Gela. Ci sono due medici indagati per la morte in reparto del paziente Vincenzo Ferrara di 32 anni, avvenuta la notte di martedì scorso.
I carabinieri hanno notificato gli avvisi di garanzia al responsabile e al medico di turno del reparto di Psichiatria ubicato nei locali del presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele” dell’Azienda sanitaria provinciale retta dal commissario Giorgio Santonocito. Il magistrato Antonio D’Antona ha disposto l’esame autoptico del corpo privo di vita del 32enne deceduto poche ore dopo il suo ingresso in ospedale. L’uomo era stato ricoverato in ospedale a causa di uno scompenso psicotico. Lo avevano sedato poche ore prima del decesso, avvenuto alle 2,30 di martedì notte. Il commissario straordinario dell’Asp, Giorgio Santonocito, ha richiesto una relazione al direttore sanitario per approfondire i fatti mentre i carabinieri hanno sequestrato sia il corpo che tutte le cartelle cliniche. La procura presso il tribunale di Gela ha avviato immediatamente un’inchiesta per accertare le effettive cause del decesso. L’autopsia potrebbe sciogliere i dubbi anche sulle accuse mosse dai familiari del 32enne scomparso e non esitano a parlare di morte legata a un presunto caso di mala sanità. Erano stati proprio i genitori dello sfortunato Vincenzo Ferrara a sporgere denuncia ai carabinieri del locale reparto territoriale.
“Il paziente aveva fatto ricorso a cure mediche presso il pronto soccorso e non risulta avesse un trascorso in psichiatria – assicura il commissario dell’Asp, Santonocito -. Aveva litigato con altri pazienti. Era parecchio agitato. Il primario del reparto per questo l’aveva sedato. L’ultimo controllo era avvenuto alle venti e poi il decesso”.