Gela. Il suo cadavere venne ritrovato, dopo ventisei giorni dalla scomparsa, nelle campagne di contrada Spina Santa: adesso, la moglie chiede un maxi risarcimento.
La famiglia del bracciante agricolo Nunzio Incardona, travolto da un muro di fango e detriti durante il nubifragio che si abbatté sulla città nel febbraio di due anni fa, ha deciso di portare in giudizio i funzionari dell’ente provinciale, responsabili del tratto stradale trasformatosi in tomba per il quarantenne.
Da quel giorno, la moglie Grazia Granvillano e i due piccoli figli sono rimasti senza alcun tipo di sostentamento. Il bracciante agricolo, infatti, garantiva attraverso il suo lavoro i pochi introiti familiari. Così, davanti ai giudici del tribunale civile, la signora Granvillano chiederà un risarcimento superiore ai due milioni di euro.
Era stata proprio la donna, preoccupata dal mancato ritorno a casa del marito, a lanciare l’allarme in quel tragico primo febbraio di due anni fa.
La macchina dei soccorsi impiegò praticamente un mese prima di giungere al ritrovamento del corpo. Nunzio Incardona venne travolto da un fiume di fango e detriti nel tentativo di lasciare la zona di contrada Spina Santa dove era impegnato nella propria attività lavorativa. La sua auto, però, non riuscì a superare il tratto finale di strada.
L’uomo venne sommerso e di lui si perse ogni traccia. Gli stessi tecnici intervenuti sul posto individuarono diversi punti di debolezza nel sistema di manutenzione del tratto stradale.
I canali di scolo completamente bloccati da enormi masse di detriti e rifiuti non riuscirono ad incanalare l’acqua piovana che, così, invase la carreggiata, travolgendo tutto quello che si trovava nelle vicinanze. A nulla, in quell’occasione, valsero gli appelli pubblici lanciati da Grazia Granvillano.
Il marito sembrava quasi essere stato inghiottito. Fino a quando il cadavere non fu ritrovato a pochi metri dal canale di scolo che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto convogliare le acque.
Così, adesso, la donna chiede che il dolore dell’intera famiglia venga risarcito dagli stessi funzionari accusati di non aver garantito i necessari interventi di manutenzione.