Gela. La Regione, come riportato negli scorsi giorni, ha autorizzato le modifiche all’Autorizzazione integrata ambientale, già rilasciata all’azienda riminese Petroltecnica, che ha avviato un sistema di trattamento delle terre di bonifica, tra gli impianti di raffineria, in contrada Piana del Signore. Variazioni chieste dai responsabili della società, per adeguare il provvedimento ricevuto alle esigenze della produzione. Il sì della Regione, però, convince poco i grillini locali. Temono che queste modifiche possano impattare eccessivamente, in un’attività già molto delicata, per il tipo di lavorazioni. Analizzando i dati e i numeri, riferiscono di un ciclo produttivo che sta contribuendo al trattamento principalmente di rifiuti pericolosi che arrivano da altri siti. “Il Movimento 5 Stelle locale ha sempre ritenuto che i rifiuti debbano essere trattati nel luogo di produzione, al fine di evitarne il trasporto verso siti di trattamento per il recupero o per lo smaltimento, in altri territori. Quindi, il progetto di Petroltecnica, all’isola 15 dell’ex petrolchimico interpreta correttamente questo principio. Purtroppo, considerata la capacità di trattamento autorizzata, pari a 219.000 tonnellate all’anno, con 97.500 tonnellate all’anno di rifiuti pericolosi, fa emergere la volontà di trattare per lo più rifiuti provenienti da altri siti, anche fuori Regione. Questo dato ci costringe ad avversare pregiudizialmente il progetto, autorizzato dalla Regione Siciliana. Tra l’altro, la nostra posizione di principio, ovvero no a rifiuti, ancor più se pericolosi, prodotti da siti fuori dalla città, è ulteriormente rafforzata perché coerente con le linee guida dei due più importanti piani sovraordinati che insistono sul nostro territorio, il Piano di risanamento ambientale del 1995 e il Piano di Gestione dei siti Natura 2000, approvato dalla Stessa Regione Siciliana nel 2016, comprendenti la Riserva del Biviere e i siti Sic-Zps”, spiegano i grillini. Valutazioni che il gruppo locale già fece quando l’azienda romagnola annunciò l’investimento, poi attuato. Sono state approfondite le variazioni autorizzate dalla Regione e i grillini individuano potenziali rischi di impatto ambientale. Il consigliere comunale Virginia Farruggia e gli altri esponenti locali parlano di “un aumento degli impatti ambientali”. “Nutriamo delle perplessità anche sotto il profilo tecnico e riteniamo che le criticità, individuate nel progetto approvato, siano state ulteriormente aggravate dalle modifiche, approvate dalla Regione Siciliana, all’autorizzazione esistente. Solo per citarne qualcuna, la linea B1–Desorbimento termico per solidi e fanghi, con incenerimento delle sostanze strippate, secondo dir.2010/75/UE, art.3, comma 40) (operazione D9, R5, R12, allegato B e C d.lgs. 152/06 Parte IV) – indicano in una nota i grillini – il proponente non ha inserito, ma andrebbe inclusa, anche l’operazione D10, con l’incenerimento a terra, in quanto i gas risultanti dal trattamento termico sono smaltiti per incenerimento ed immessi in atmosfera, previa depurazione. Capacità annua 28.500 tonnellate, delle quali 23.000 pericolose. Da evidenziare che come sistema di abbattimento sono previsti un ciclone e un filtro a maniche. Vale la pena evidenziare anche che le modifiche all’Aia, approvate dalla Regione, consentono che le operazioni di scarico e di vagliatura dei rifiuti solidi potranno essere condotte all’aperto con la prescrizione di impiegare un cannone nebulizzatore, per prevenire la diffusione di maleodoranze e di polveri, e facendo attenzione alle condizioni meteorologiche. Oggi, nel 2022, per prevenire emissioni odorigene moleste e diffusione di polveri ci affidiamo a cannoni nebulizzatori ed alle belle giornate, non ci sembrano soluzioni accettabili”.
Sono diversi i richiami tecnici fatti dai grillini, che individuano potenziali rischi, che la Regione avrebbe invece dovuto evitare. “Queste operazioni, nella versione originale dell’Aia erano prescritte in ambiente chiuso e in depressione, con le arie esauste trattate prima di essere immesse in atmosfera. Riteniamo che questi due esempi siano sufficienti a dimostrare la scarsa attenzione alla tutela dell’ambiente”, concludono. I responsabili di Petroltenica, fin dall’inizio, hanno indicato la piena osservanza dei parametri ambientali nel processo di trattamento delle terre di bonifica.