Gela. Le misure correttive, imposte dalla Corte dei Conti, hanno totalmente stravolto i settori che contano a Palazzo di Città, con in testa quelli finanziari. Dopo lo sforamento del termine concesso dai magistrati palermitani e il no alla proroga chiesta dal sindaco Domenico Messinese, si cerca di correre ai riparti, ma la strada è piuttosto scoscesa. Da quanto emerge, a lavorare sulla definizione delle misure, da presentare comunque ai giudici contabili, sono sia il dirigente Alberto Depetro sia il consulente esterno nominato da Messinese, il commercialista Calcedonio Li Pomi. Ma i ritardi si accumulano anche per il consuntivo 2017 (che potrebbe essere commissariato dalla Regione) e per il bilancio di previsione 2018. Atti che difficilmente vedranno la luce, almeno a breve. Tempi lunghi che in più occasioni sono stati segnalati dai consiglieri della commissione bilancio, presieduta dalla dem Romina Morselli e composta da Angelo Amato, Salvatore Sammito e Carmelo Orlando.
Ma non sono gli unici “intoppi”. “Purtroppo, aspettavamo anche una ricognizione completa di tutti i debiti fuori bilancio – dice Morselli – che non è mai arrivata in commissione. Ne ho parlato con l’amministrazione comunale, ma senza avere risultati”. Si sa poco e niente della sequela di debiti fuori bilancio in settori sensibili, dai lavori pubblici all’urbanistica passando per il patrimonio. Pezzi che mancano, mentre l’assessorato al bilancio rimane scoperto, in attesa del diciassettesimo assessore dell’era Messinese.
Siamo arrivati alla frutta Sindaco e compagnia bella in nome di Dio dimettevi non peggiorate ancora di più la situazione.