Minori a rischio, convenzione scaduta: “Servizio costoso ma essenziale”

 
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Gela. La convenzione è scaduta, così i responsabili di almeno tredici strutture che ospitano minori a rischio o autori di reati penali bussano alle porte di Palazzo di Città.

Negli ultimi giorni, proprio la giunta comunale retta dal sindaco Angelo Fasulo ha votato favorevolmente lo schema che dovrebbe consentire di rinnovarla per almeno tre anni.
“Si tratta – spiega la dirigente del settore servizi sociali Maria Morinello – di un servizio essenziale, quindi i soldi per la copertura dovremmo comunque trovarli”. Le strutture destinate ad ospitare i minori sono sparse praticamente lungo l’intera isola.
“Sicuramente – continua il funzionario comunale – i costi stanno aumentando. In media, un minore ospite all’interno di una comunità-alloggio costa alle casse comunali circa duemila euro al mese. Solo lo scorso anno, abbiamo speso oltre un milione di euro per venire incontro alle richieste che arrivano dai magistrati del tribunale per i minori ma anche da assistenti sociali e forze di polizia”. Adesso, quindi, dopo il verdetto emesso dalla giunta comunale, si cercherà di trattare direttamente con i gestori delle case.
Dopo i primi controlli, le tredici cooperative che si occupano di portare avanti le comunità sono risultate in regola e, di conseguenza, potrebbero proseguire il loro rapporto con i funzionari di Palazzo di Città.
Sono circa quarantacinque i minori che, a spese del comune, si trovano all’interno delle case famiglia.
“Sicuramente – conclude la dirigente – la convenzione deve essere rinnovata. Non possiamo trascurare ciò che ci arriva dagli uffici del tribunale minorile o da quelli delle forze dell’ordine”.
Peraltro, il costo delle rette da versare alle cooperative varia annualmente in base alle indicazioni Istat: per questa ragione, non è semplice programmare l’eventuale spesa da sostenere.

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