Gela. Avrebbe lasciato le sue impronte digitali su alcuni mobili di un appartamento della zona del quartiere Locu Baruni.
Così, gli investigatori sono risaliti alla sua identità.
Per questa ragione, il diciannovenne Rosario Lignite è finito sotto processo davanti al giudice Manuela Matta.
Il magistrato, proprio ieri, lo ha condannato a quattro mesi di reclusione. La decisione è stata emessa dopo che il suo legale, l’avvocato Carmelo Tuccio, ha scelto di patteggiare davanti al consenso prestato dal pubblico ministero Giampiero Cortese.
Lignite, due anni fa, avrebbe approfittato del ricovero in ospedale di un anziano per forzare l’ingresso della sua abitazione, ed entrare in cerca di qualcosa da portare via. In realtà, però, il bottino fu praticamente nullo.
Il diciannovenne non si accorse di aver lasciato del suo passaggio, successivamente rilevate dai tecnici della scientifica. Intanto, dopo quei fatti, lo stesso Lignite ha risarcito il proprietario dell’appartamento messo a soqquadro nel tentativo di far fruttare il colpo.