Gela. Il Comune e il Ministero dell’Interno hanno deciso di costituirsi parti civili nel giudizio che a breve prenderà il via davanti al gup del tribunale di Caltanissetta. Sono sessantacinque gli imputati coinvolti nel maxi blitz antimafia “Ianus”. Gli investigatori individuarono i nuovi organigrammi delle famiglie di Cosa nostra. I Rinzivillo pare si stessero riorganizzando intorno a Giuseppe Tasca, sostenuto soprattutto da Giuseppe Pasqualino, mentre gli Emmanuello avrebbero avuto come riferimento Crocifisso Di Gennaro, con al fianco Manuel Ieva e Alessandro Pellegrino. Era principalmente il traffico di droga la risorsa prioritaria per le famiglie criminali, secondo gli inquirenti. L’udienza preliminare sta per partire. L’amministrazione comunale, che in questi giorni ha preso posizione anche davanti all’inchiesta “H24 store” sullo spaccio di droga e le armi, ha affidato l’incarico all’avvocato Giusy Ialazzo. Avanzerà la richiesta di costituzione nel procedimento. Il sindaco Di Stefano e gli assessori vogliono ribadire la netta contrapposizione a ogni forma di criminalità che danneggia la città e tutte le categorie, comprese quelle produttive. Il “danno all’immagine” è tra quelli posti come ragione dell’iniziativa.
Sarà invece l’avvocatura dello Stato, con il legale Giuseppe Laspina, a perorare le ragioni del Ministero dell’Interno. A sua volta, il governo nazionale, attraverso appunto il ministero, vuole avere una posizione netta davanti ai fenomeni mafiosi che “colpiscono in profondità una parte dello Stato”.