Gela. “Non me lo aspettavo”. Sembra piuttosto sorpreso l’amministratore della Ghelas, l’avvocato Gianfranco Fidone, che ieri sera è stato al centro di un giudizio molto duro, espresso in aula consiliare dal sindaco Lucio Greco. Il primo cittadino, rispondendo ad un’interrogazione del consigliere Sandra Bennici, ha detto chiaramente che “il Comune ha necessità di avere un vero amministratore e non un avvocato che rappresenta la società”, parlando inoltre di “servizi svolti in maniera discutibile”. Secondo Greco, “i decreti ingiuntivi, il parere pro veritate, le azioni giudiziarie contro il Comune sono iniziative alquanto singolari”, riferendosi alle azioni intraprese dalla guida della municipalizzata. “Dall’amministratore di una partecipata – ha aggiunto – mi aspettavo proposte di rilancio e non azioni giudiziarie che appesantiscono il rapporto con il socio unico”. Il manager, però, non sembra intenzionato allo scontro verbale con il primo cittadino e anzi spiega che le proposte le ha già formulate nella relazione semestrale sulla governance, trasmessa anche a Greco. “Forse, non ha ancora avuto modo di consultarla”, dice. “La legge prevede che sia il Comune proprietario a formulare un piano di rilancio – aggiunge l’avvocato nominato dal commissario straordinario Rosario Arena – l’unico cliente della partecipata è il Comune. E’ l’ente che decide quali somme mettere a disposizione e quali servizi chiedere alla municipalizzata”. Venerdì, è fissata la seconda convocazione dell’assemblea dei soci e tra i punti all’ordine del giorno c’è l’approvazione del bilancio 2018. La gestione Fidone mira soprattutto a riequilibrare l’assetto finanziario. “Ho trovato una partecipata allo sbando – aggiunge – con anomalie enormi e comportamenti di mala gestio”. Ha già dato mandato di agire contro gli ex amministratori e anche di recuperare somme dal Comune. In totale, nelle casse della società mancherebbero circa tre milioni di euro, comprese le somme del Tfr non versate per dieci anni ai dipendenti. “Ho sempre operato nel rispetto delle norme e della legge, nella massima trasparenza”, spiega ancora.
E’ probabile che, alla fine, l’avvocato decida di lasciare in anticipo l’incarico e sembra quasi che le parole di Greco siano state un monito. La poltrona di amministratore della Ghelas è tra le più ambite dalla politica e fino ad oggi ogni amministrazione comunale ha preferito affidarsi ad una guida, politicamente amica. Fidone non parla di dimissioni, almeno per il momento, ma tiene a precisare che “il cerchio del mio operato sta per chiudersi”. Dall’approvazione del bilancio passa larga parte della sua gestione. L’affondo di Greco non se lo aspettava ma è chiaro che i numeri della Ghelas produrranno ancora altre conseguenze, non solo politiche.
La Ghela può trovare lo slancio, solo se si munisce di un maneger, che e quella persona che conosce molto bene oltre che la gestione del personale, il marketing, l’economia.