Caltanissetta. Totò Riina è capace di intendere e di volere. Lo dicono i periti nominati dalla Corte d’assise d’appello di Caltanissetta che la scorsa settimana hanno visitato l’ex capo di Cosa nostra.
I periti, Vito Milisenna, medico legale, Pasquale Guzzo, medico psichiatra e Felice Di Buono, psicologo, dovevano stabilire le condizioni psichiche di Riina, impossibilitato, secondo la difesa, a stare in giudizio. Secondo gli esperti Riina non ha problemi psichiatrici, anche se è affetto da alcune patologie che però non gli impediscono di poter partecipare ai processi in cui è imputato.
La richiesta di sottoporre il boss a una perizia psichiatrica è stata avanzata dai suoi difensori, Flavio Sinatra e Luca Cianferoni, e accolta dalla Corte, presieduta dal giudice Andreina Occhipinti.
Riina, insieme al boss Giuseppe Madonia di Vallelunga Pratameno, al capomafia di Enna Gaetano Leonardo e ad altri due esponenti di Cosa nostra, Giacomino Sollami di Villarosa (Enna) e Pietro Pernagallo di Grammichele (Catania) sono chiamati a rispondere dell’omicidio del politico ennese della Dc Giovanni Mungiovino, ucciso il 9 agosto dell’83 nei pressi di Enna.
Il processo riprenderà domani, mentre la posizione di Riina che in un primo tempo era stata stralciata, sarà ora riunificata.