Gela. “Si sono dimenticati di noi”. È questa l’accusa che i residenti di Macchitella lanciano all’amministrazione comunale. Il quartiere residenziale, nato nella prima metà degli anni Sessanta per ospitare dirigenti, impiegati e operai del polo petrolchimico dell’ENI, oggi conta circa 9.000 abitanti. Tuttavia, chi vive qui deve quotidianamente fare i conti con i numerosi disagi che affliggono l’intera città.
Macchitella è nota per l’abbondanza di verde pubblico, una caratteristica che la rende unica nel panorama urbano di Gela. Con l’arrivo della primavera, però, i residenti devono fronteggiare un aumento esponenziale di insetti, un problema che si ripresenta puntualmente ogni anno. Oltre a essere un quartiere residenziale, Macchitella ha sempre avuto un ruolo chiave come luogo di aggregazione sociale. Durante il weekend, centinaia di famiglie gelesi si riversano nell’area giochi attrezzata del quartiere per trascorrere il tempo libero. Anche qui, però, la manutenzione è carente, con giochi usurati e spazi spesso lasciati all’incuria.
L’ex Casa Albergo Eni, situata nel quartiere, è stata trasformata in un centro polifunzionale denominato Macchitella Lab. Nonostante gli ingenti investimenti, la struttura rimane chiusa e la zona circostante è tra le più degradate dell’intero quartiere, alimentando il malcontento della popolazione.
Anche la pista ciclabile dedicata ad Alfonsina Strada ,inaugurata il 7 marzo 2025 grazie a un’iniziativa della sezione Soroptimist locale , è soffocata dalla vegetazione incolta, che cresce senza controllo. Situazione analoga si riscontra lungo i marciapiedi, spesso impraticabili a causa delle erbacce. In particolare, in via Sabbioncello, la vegetazione ha letteralmente invaso il camminamento, rendendolo inutilizzabile per i pedoni.
I residenti chiedono anche maggiore vigilanza da parte dell forze dell’ordine.
Nonostante le difficoltà, Macchitella continua a occupare un posto speciale nel cuore dei gelesi. È un quartiere che rappresenta una sintesi tra sviluppo urbano e qualità della vita, un luogo che, con una gestione più attenta, potrebbe davvero tornare a essere il fiore all’occhiello della città.
Forse vi è sfuggito che la pista ciclabile c’è da anni ed è stata realizzata come compensazione di una licenza rilasciata dal comune di Gela ad un’attività commerciale, altro che inaugurata a Marzo 2025 grazie a un’iniziativa della sezione Soroptimist (che c’entra poi Alfonsina Strada, che non si chiamava nemmeno Strada tra l’altro: era il cognome del marito, con Gela non si capisce)
Che qualcuno adesso ci voglia mettere il cappello sopra è patetico.