Gela. Si dovranno rivolgere al “giudice competente”, provando di avere diritto alla restituzione di quanto versato nelle casse del Comune. E’ questa la risposta arrivata proprio dal municipio ad ex amministratori, attuali ed ex consiglieri comunali, ma anche a dirigenti, che quattro anni fa vennero raggiunti da un invito a dedurre inoltrato dai magistrati della procura regionale della Corte dei Conti. Veniva contestato un presunto danno erariale, a seguito di ritardi nella valutazione di diversi debiti fuori bilancio ma anche dell’approvazione dei rendiconto 2011 e 2012, ritenuti non in linea con la normativa in materia. Praticamente tutti pagarono la sanzione prevista, ad eccezione dell’ex assessore Marina La Boria e dell’ex consigliere comunale Terenziano Di Stefano che, invece, andarono avanti nel giudizio, fino ad ottenere un verdetto favorevole sia in primo che in secondo grado. Per i giudici contabili, non c’erano i presupposti di responsabilità dei due amministratori. Verdetto che ha aperto la strada alla richiesta di restituzione della sanzione pagata, anche da parte di chi scelse di non seguire La Boria e Di Stefano, versando direttamente la somma richiesta. Dalle stanze del Comune, però, rispondono “picche”.
La richiesta dei soldi. Il segretario generale Salvatore Pignatello, il sindaco Domenico Messinese e il dirigente Antonio Grisanti, basandosi su una nota fatta pervenire dalla procura regionale della Corte dei Conti, hanno escluso che il Comune possa restituire quelle somme. “Non possono trovare restituzione in base al principio di autotutela amministrativa”, si legge nella risposta alle istanze depositate in municipio. “Pertanto – aggiungono ancora i funzionari del Comune richiamando la nota della procura palermitana – un’ipotetica restituzione può avvenire solo ed esclusivamente su sentenza di accertamento del giudice competente con azione e relativo onere probatorio a carico dei soggetti che si reputano lesi”. Insomma, tocca a chi ha pagato provare che quei soldi gli spettino.