Lettera di due ex detenuti: ci sentivamo i più forti, ma abbiamo sbagliato

 
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Gela. La vera sorpresa durante la cerimonia del ventennale dell’omicidio di Gaetano Giordano è stata la lettera che Rocco Bassora e Antonio Anzaldi, due ex detenuti, hanno fatto leggere in aula a don Luigi Petralia.

Chiedono scusa per il loro passato e invitano i giovani a non cadere nelle grinfie della malavita. Vogliono una seconda possibilità. Ecco il testo integrale. “Gentilissima signora Evangelista – Giordano, chi le scrive sono Rocco Bassora ed Antonio Anzaldi, Siamo due gelesi che, purtroppo, negli anni scorsi si sono macchiati di numerosi crimini, tra cui lo spaccio di droga e le estorsioni. Abbiamo pagato con la giustizia le nostre colpe, le nostre tante colpe. Indietro non si può tornare, ma se ce ne fosse la possibilità, non faremmo più quello che abbiamo fatto.

Lei potrebbe dirci che oramai quello che è fatto è fatto. E ha ragione soltanto a pensarlo. Ma, ci creda, rinneghiamo assolutamente il passato. Un passato fatto di sangue, di soprusi, di galera. Ci sentivamo i migliori, i più forti. Eravamo considerati i picciotti di Gela. Facevamo paura quando ci presentavamo in un negozio. Tutti avevano paura. Eravamo i migliori, ci sentivamo anzi ci facevano sentire i migliori. Ma basta, con quella vita abbiamo chiuso. Siamo cambiati e, giorno dopo giorno, attraverso l’umiltà vogliamo far ricredere la popolazione.

Ci stiamo apprestando ad istituire un’associazione di “ex detenuti”, Vogliamo una nuova vita fatta di lavoro, di amicizia, del saper stare insieme. Suo marito aveva un ideale: non pagare il pizzo. Si era ribellato ai clan; si era ribellato a tutto e a tutti. Un esempio. Ci creda: siamo cambiati, Gela è cambiata e insieme faremo in modo che non si ritorni più ai tempi bui di una volta. Vogliamo una nuova vita. Per le nostre mogli, per i nostri bambini, per Gela tutta.

Noi sabato prossimo, se lo vorrà, vorremmo essere presenti al convegno previsto al Comune. Vogliamo essere presenti per ascoltare gli interventi dei relatori. In questi anni ci è mancato l’ascolto; ci è mancato tutto perché – come le scrivevamo – ci sentivamo i migliori. Ma i migliori del nulla. La vita è bella ed il consiglio che diamo è uno solo: viviamola giorno dopo giorno. E chiediamo scusa per tutto quello che abbiamo fatto”.

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