Gela. Ritardi, ma della Corte dei Conti e del consiglio comunale. Il sindaco Domenico Messinese legge così l’intera vicenda delle misure correttive da presentare all’assise civica, dopo la dura reprimenda arrivata proprio dai giudici contabili palermitani, che hanno bocciato i numeri del bilancoi di previsione 2016 e dei consuntivi 2015 e 2016. Messinese ha deciso di metterne al corrente sia la presidenza del consiglio sia i revisori dei conti. “Premesso che la Sezione di controllo della Corte dei Conti a maggio 2018 ha concluso, con un notevole ritardo – scrive – il percorso di verifica dell’esame di ben tre documenti contabili, rendendo poco agevole, in termini di efficacia, l’attuazione delle misure correttive, è obbligo sottolineare con la necessaria chiarezza, il grave ritardo con cui detti documenti sono stati approvati dal consiglio comunale (il rendiconto 2015, è stato approvato a febbraio 2017 a fronte di un termine fissato per aprile 2016). Per tale ragione l’adozione delle misure correttive atte a rimuovere le criticità segnalate, produrrà gli effetti auspicati sul rendiconto del 2017 e sul bilancio previsionale 2018/2020, entrambi in fase di definizione”. Dopo l’analisi dei numeri, Messinese ritorna sulle responsabilità delle precedenti gestioni amministrative. I debiti prodotti non sarebbero addebitabili alla sua amministrazione. “Afferiscono ad anni amministrativi che hanno preceduto il mio insediamento. Basti pensare ai debiti maturati nei confronti dell’Ato ambiente – scrive ancora – per la gestione della discarica per gli anni dal 2010 al 2014 di oltre 12 milioni di curo, e i debiti per la gestione del servizio raccolta rifiuti che per gli anni 2014 e 2015 pesano poco meno di 6 milioni di curo e di cui il 75% a carico della precedente sindacatura. Nel merito, oltre a sanare parte dei debiti pregressi con atti formali già portati al vaglio dell’assise Civica, abbiamo già provveduto ad acquisire il consenso dei creditori, a spalmare il debito in più esercizi finanziari, annullando gli interessi di mora e le spese legali, interessando un periodo congruo e sostenibile, al fine di rimuovere la principale causa di sofferenza per le casse dell’ente”. Il quadro è “allarmante ma gestibile”. Messinese snocciola i riferimenti all’attività di controllo avviata nei settori, anche se fino ad oggi non si sa quali siano i numeri effettivi dei debiti fuori bilancio, come sostenuto anche dai componenti della commissione comunale bilancio che da tempo chiedono un report completo.
Il passato…che ritorna sempre. “Abbiamo lavorato per fare chiarezza sull’impiego delle royalties petrolifere, strumentalmente impiegate, in passato, per coprire la spesa corrente, ed in particolare per coprire passività e costi aggiuntivi di una gestione rifiuti fortemente carente in termini di copertura economica, mascherando il vero costo della Tassa sui rifiuti, impropriamente dichiarata la più bassa d’Italia – si legge ancora – a tal proposito, a partire dal corrente esercizio finanziario, nel redigendo progetto di bilancio previsionale per il triennio 2018/2020, da sottoporre al Consiglio Comunale, la giunta adotterà una specifica deliberazione con cui si approva un piano di utilizzo delle risorse in questione nel rigoroso rispetto di legge, e nel richiamato disposto di indirizzo del consiglio comunale, e cioè per opere di risanamento ambientale, puntando alle bonifiche dell’amianto, ai servizi socio sanitari, e allo sviluppo economico, invece che disperderli per la copertura delle passività dell’ente come storicamente accaduto”. Messinese smentisce l’ex sindaco Angelo Fasulo e dopo tre anni dal suo insediamento continua il duello a distanza. Dopo le dimissioni di Franco Gallo, che era stato scelto per guidare la Ghelas Multiservizi, il sindaco annuncia la costituzione di un ufficio speciale che monitorerà i rapporti tra ente e società in house. Il sindaco “certifica” la regolarità della sua gestione, lanciando nuove ombre, ma sempre e solo sul passato gestionale.