Gela. Via le camere coke di Eni, adesso l’amministrazione comunale mira ad acquisire l’area del porto rifugio da poco “liberata”. Le camere coke trasferite. Sia l’assessore Francesco Salinitro che il vice sindaco Simone Siciliano hanno come obiettivo l’uso di una zona, da anni rimasta praticamente in stand by. Ovviamente, la paralisi non è da legare solo all’ingombrante presenza delle camere coke, peraltro protrattasi per pochi anni. Da decenni, i tanti buchi strutturali del sito portuale sul lungomare Federico II di Svevia hanno causato una paralisi, adesso difficile da risolvere. “I progetti ci sono – dice l’assessore Francesco Salinitro – quell’area, però, potrà assicurare risultati solo con l’avvio dei lavori al porto rifugio che deve rinascere”. Di vera e propria acquisizione dell’area, attualmente sotto competenza del demanio regionale, parla invece il vice sindaco Simone Siciliano. “Stiamo valutando proprio questa ipotesi – spiega – sicuramente, quel tratto va riutilizzato in maniera proficua”. Dopo la “partenza” delle camere coke, l’area è sottoposta ad interventi di ripristino, sempre sotto la supervisione dei militari della capitaneria di porto. “Non abbiamo informazioni ufficiali rispetto a nuovi progetti – spiega il comandante Pietro Carosia – ovviamente, dopo il trasferimento delle camere coke, il nostro primo interesse è quello di portare a compimento le attività di ripristino e messa in sicurezza del sito. I lavori sono in corso”.