Gela. “E’ una scelta evidentemente politica. L’obiettivo è colpire le associazioni che gestiscono le aree protette. Da anni, siamo l’unica risorsa contro le inefficienze degli enti pubblici”. “Diamo fastidio…”. Il responsabile della Riserva Orientata Biviere Emilio Giudice non usa mezzi termini nel commentare il no all’emendamento presentato all’Ars dal Movimento 5 Stelle, nel corso della discussione sulla finanziaria. L’emendamento avrebbe consentito di rimpinguare il fondo finanziario destinato alle associazioni che gestiscono aree protette in Sicilia, compressa quella del Biviere. “La Lipu e le altre associazioni – continua – danno fastidio perché non sono controllabili dalla politica. Noi, da anni, facciamo quello che avrebbe dovuto fare lo Stato. E’ assurdo, chi lavora ogni giorno non avrà più fondi mentre le aree gestiste dalla Regione ottengono un rafforzamento dei finanziamenti”.
“Si dà spazio ai baracconi di Stato”. Annualmente, nel caso della Riserva Biviere, la Lipu, associazione che gestisce l’area, riceve circa 200 mila euro sia per le attività da svolgere sia per la copertura dei costi del personale. “E’ una spesa che pesa praticamente nulla nel bilancio regionale – continua Emilio Giudice – ma, comunque, la Regione decide di tagliare le associazioni. Andare avanti in questo modo diventa impossibile. Per anni, abbiamo dovuto sostituirci allo Stato. Abbiamo denunciato gli abusi subiti da questo territorio, abbiamo chiesto di fare luce sulle attività di bonifica, abbiamo presentato denunce che hanno consentito di fare luce su tante anomalie e, adesso, rischiamo di dover abbandonare tutto”. Sono quasi trenta le aree protette in Sicilia, gestite da associazioni, che adesso rischiano seriamente di dover chiudere i battenti. “In questo modo – conclude – si premiano i baracconi di Stato, necessari solo a garantire i posti della politica”.