Gela. La ferita occupazionale dell’indotto Eni, con centinaia di operai rimasti fuori dalla fabbrica di contrada Piana del Signore, non si è assolutamente rimarginata.
L’ira degli operai. Gli operai dell’indotto si sono nuovamente dati appuntamento in aula consiliare dove si discuteva la mozione, da loro proposta, per la costituzione di un gruppo di lavoro che monitori non solo l’iter degli investimenti ma soprattutto l’attuale impiego del personale tra gli impianti. “I parcheggi della fabbrica sono quotidianamente pieni – hanno accusato – e decine di lavoratori, inseriti nella lista di disponibilità, non riescono a rientrare in fabbrica. Le aziende assumono personale che, fino agli scorsi anni, non sapeva neanche cosa fosse un impianto della raffineria”. Le accuse volate in aula sono molto pesanti. “Vanno a lavorare operai raccomandati, anche dai consiglieri comunali – ha detto uno dei lavoratori presenti – chi vigila? Chi fa i controlli?”. Un’accusa che ha fatto scattare l’ira degli stessi consiglieri. “Non si possono accettare parole di questo tipo – hanno detto, tra gli altri, Giuseppe Ventura e Antonino Biundo – fate i nomi di chi avrebbe raccomandato i lavoratori”. Nervi molto tesi che, già prima, avevano portato il presidente Alessandra Ascia a sospendere i lavori per cercare un confronto con gli operai. Il vicesindaco Simone Siciliano ha avuto un colloquio con una delegazione di lavoratori, nel tentativo di trovare una linea comune. La volontà dei operai dell’indotto è chiara, “dovete controllare come vengono effettuate le assunzioni – hanno ribadito – noi non ci fidiamo né dei sindacati né dei numeri, falsi, forniti da Eni”. Vincenzo Cascino della Lista Musumeci ha chiesto chiarezza sugli effettivi numeri dell’indotto Eni e sui criteri utilizzati per l’assunzione di personale. Intanto, proprio il presidente Alessandra Ascia, davanti alle pesanti osservazioni degli operai, ha chiesto al vicesindaco Simone Siciliano di farsi carico di un eventuale incontro con il prefetto di Caltanissetta Maria Teresa Cucinotta. “Se enntro giugno tutto rimarrà come adesso – hanno chiesto ancora i lavoratori – chi avrà il coraggio di mandare a casa questa giunta?”.
Passa la mozione sul gruppo di lavoro. In apertura di seduta, il consiglio comunale aveva scelto di dare precedenza proprio alla discussione della mozione che impegna la giunta ad istituire un gruppo di lavoro sugli investimenti di Eni e sul monitoraggio dell’attuale stato occupazionale in fabbrica. E’ arrivato il voto favorevole. “Votiamo l’atto ma indichiamo la necessità che un rappresentante del gruppo di lavoro possa prendere parte ai tavoli ministeriali sul protocollo d’intesa”, ha spiegato il capogruppo del Polo Civico Guido Siragusa. “Probabilmente, il gruppo di lavoro andava proposto prima – ha detto Carmelo Casano – l’amministrazione comunale va avanti per la propria strada e starebbe già definendo l’intero iter e noi rimaniamo sempre esclusi da qualsiasi informazione”. Lo stesso Carmelo Casano ha poi lasciato l’aula in segno di protesta verso il presidente Alessandra Ascia. A protestare contro i metodi del presidente è stato anche il capogruppo del Megafono Sara Bonura. “Purtroppo, il presidente non è in grado di gestire i lavori del consiglio. È necessaria, inoltre, la presenza di un esponente del consiglio comunale alle riunioni sul protocollo d’intesa”, ha attaccato l’esponente del Megafono. “Ci vuole la presenza di un rappresentante dei lavoratori alle riunioni del ministero – ha ribadito Vincenzo Cirignotta del Pd – hanno perso la fiducia nella politica, non deludiamoli ulteriormente”. Maria Pingo del Megafono ha rincarato la dose. “Ci facciamo problemi per pagare il viaggio a Roma ad un lavoratore? – è intervenuta – ma ci siamo mai chiesti quanto spende la giunta per le trasferte periodiche tra i vari ministeri?”.