La rabbia degli agricoltori, le dighe locali collassano: Scudera, “dove sono i politici? Falliscono pure gli ex operai Eni che sono ripartiti dai campi”

 
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Liborio Scudera chiede impegni precisi alla politica

Gela. “Il sistema delle dighe è al collasso, dove sono

i politici che promettono e sembra che sappiano fare solo questo?”.

Il sistema delle dighe non tiene. La quotidianità tra i campi della Piana di Gela e delle altre aree rurali della città è sempre più difficile, soprattutto perché l’acqua è oramai razionata. “Ci sono decine di piccole aziende che rischiano la chiusura – dice Liborio Scudera – il paradosso è che non riescono ad andare avanti neanche gli ex lavoratori della raffineria che, fuori dal ciclo produttivo, hanno deciso di scommettere sull’agricoltura”. A Disueri, la portata idrica può garantire approvvigionamenti, al massimo, per i prossimi otto giorni. “Se la politica non riesce a far sistema – dice ancora – come dovremmo fare noi agricoltori?”. Intanto, si sono riuniti in una nuova associazione, nel tentativo di far sentire la loro voce. “Dalla Regione non arriva alcuna notizia – spiega – dell’uso delle acque reflue e di quelle del Ragoleto non se ne parla praticamente più. Il vicesindaco Simone Siciliano e i funzionari della Regione ci hanno illusi. Ognuno, oramai, pensa per sé e per il proprio futuro politico. Di certo, dagli agricoltori locali voti ne arriveranno ben pochi. Siamo disillusi. Pensavamo al cambiamento con il Movimento cinque stelle, ma non è successo assolutamente nulla e i funzionari del dipartimento regionale preferiscono buttare a mare l’acqua delle dighe”. Di vasti interventi di miglioramento delle dighe locali si è spesso discusso, anche su tavoli istituzionali. Il Patto per la Sicilia dovrebbe mettere a disposizione ingenti risorse finanziarie, ma i tempi sono lunghi. Scudera, per anni impegnato anche tra le fila dei Forconi siciliani, solleva tanti dubbi sulle sorti del Consorzio di bonifica locale. “E’ un carrozzone che la Regione ha contribuito a depotenziare – conclude – le risorse vengono tagliate costantemente e chi ne paga le conseguenze sono gli agricoltori che, almeno sulla carta, avrebbero diritto a portare avanti la propria azienda. Siamo, però, con le mani legate. Senza acqua e con le aziende al tracollo”.

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