Gela. Oggi, nuova riunione della commissione tecnica, che entro le prossime settimane dovrà trasmettere una dettagliata relazione sull’attuale stato del servizio idrico, in città e negli altri comuni dell’ambito. Il sindaco Lucio Greco è entrato a farne parte e ha fatto pervenire un elaborato che riassume disservizi e inefficienze di un sistema, basato inoltre su tariffe sempre più elevate. Da diversi fronti si spinge verso il ritorno ad una gestione pubblica, che interrompa quella privata di Caltaqua. La Cgil e Federconsumatori richiamano l’esempio del territorio di Agrigento. “Federconsumatori Sicilia e la Cgil provinciale esprimono soddisfazione per la scelta fatta dai sindaci dell’agrigentino che, all’unanimità, hanno deciso di affidare il servizio idrico integrato ad un’azienda speciale consortile pubblica e non ad una Spa. E’ quello che speravamo e per cui abbiamo lottato a lungo – dice il presidente regionale di Federconsumatori Sicilia Alfio La Rosa – da sempre diciamo che l’azienda consortile è la scelta migliore per tutelare i consumatori e impedire ai privati di fare profitti sull’acqua, che è un bene comune essenziale per la vita e il benessere dei cittadini. Il lungo lavoro svolto negli ultimi anni all’interno del Forum Regionale per l’Acqua, di cui Federconsumatori è da sempre parte attiva, ha finalmente portato un risultato positivo”.
A sostenere l’opzione pubblica è da sempre il segretario confederale della Cgil, Ignazio Giudice. ““La sfida maggiore – dice – adesso consiste nella diffusione di questo modello anche nelle altre province al fine di evitare ulteriori contrapposizioni tutte a danno dei cittadini che continuano a pagare il servizio anche nei giorni di mancata erogazione e lo pagano a peso d’oro”. Non solo Agrigento, quindi, ma anche la provincia di Caltanissetta dovrebbe ritornare ad una gestione pubblica. ”Siamo consapevoli – affermano La Rosa e Giudice – che le difficoltà da affrontare non saranno poche ma confidiamo che l’assessorato regionale a ramo voglia accompagnare con atti concreti questa scelta epocale. La Cgil è sempre più convinta che i giorni di disservizio e quindi di mancata erogazione devono trovare una mediazione ed una forma di compensazione economica a beneficio dei cittadini costretti a comprare centinaia di casse di acqua sia per l’igiene personale che per uso alimentare”. Tanto dipenderà dalla volontà della politica.
Speriamo che sia la volta buona che ci liberano da questa gestione dittatoriale dell’acqua con prezzi da capogiro. € 700 euro per 2 famiglie con 87 scm reale e non stimata, com’è possibile? Magari è la volta buona che qualcuno sorvegli su questo