Gela. Un confronto tra diversi rappresentanti istituzionali dei comuni italiani che chiedono il riconoscimento dei pagamenti Ici sulle piattaforme delle multinazionali del settore estrattivo, presenti lungo le loro coste.
La convocazione dell’Anci. Tra questi, c’è anche Gela. Nei prossimi giorni, il sindaco Domenico Messinese e l’assessore Fabrizio Morello risponderanno alla convocazione arrivata dai vertici dell’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani. L’obiettivo è proprio quello di verificare le effettive possibilità di ottenere i pagamenti da multinazionali che, da decenni, effettuano attività estrattive in mare, senza però versare le imposte comunali sulle piattaforme realizzate. E’ stato proprio l’assessore Fabrizio Morello a spingere, fin dal momento del suo insediamento, per ottenere le imposte non versate dal gruppo Eni. Allo stato attuale, l’ente comunale ha scelto di rivolgersi alla Corte di Cassazione dopo i verdetti favorevoli ad Eni giunti dalla commissione tributaria, sia a livello provinciale che da quella regionale. Sul piatto, c’è un introito possibile per le casse del Comune di almeno tre milioni e mezzo di euro. Tanto, infatti, dovrebbe versare l’azienda per coprire i costi Ici dal 2003 al 2008. Da mesi, oramai, si susseguono verdetti favorevoli per le amministrazione comunali che hanno scelto di rivolgersi ai giudici di cassazione. “Siamo stati convocati a Roma – dice l’assessore Fabrizio Morello – perché abbiamo fatto da apripista rispetto ai pagamenti dei tributi comunali sulle piattaforme. Adesso, verificheremo quanto fatto dagli amministratori di altri comuni italiani”. Già negli scorsi anni, la questione dei mancati introiti Ici dalle piattaforme Eni era stata sollevata dall’ex consigliere comunale Giacomo Gulizzi.