Gela. L’Asp ha definito i budget massimi da attribuire alle due case di cura accreditare nel territorio provinciale.
L’importo più consistente, quasi 10 milioni di euro, è stato calcolato per la casa di cura Santa Barbara di Macchitella. L’altro, invece, alla “Regina pacis” di San Cataldo per un budget complessivo di oltre 14 milioni di euro. Si tratta delle somme annuali per attività sanitarie legate alla ospedalità privata effettuate dalle case di cura in supporto ai presidi ospedalieri del territorio. Con precisione l’Asp cl2 ha previsto per l’anno in corso un importo complessivo di 14 milioni 368 mila euro che includono euro 254.100 per la lungodegenza, euro 3.733.600 per la riabilitazione e ulteriori 10.380.300 per i ricoveri. La sola struttura dell’ormai ex quartiere residenziale Eni ha introitato una somma pari a euro 9.683.689,25 che comprende l’intera quota provinciale della lungodegenza (euro 254.100) oltre ai servizi di riabilitazione (euro 1.985.957,45) e ricoveri acuti (euro 7.443.631,80). Il provvedimento è stato firmato dal management dell’Azienda sanitaria provinciale composto da Carmelo Iacono (direttore generale), Marcella Santino (direttore sanitario) e Alessandro Mazzara (direttore amministrativo). Il contratto sottoscritto tra la casa di cura Santa Barbara e l’Asp di Caltanissetta stabilisce, tra le diverse clausole, “i limiti del budget complessivo assegnato” e “l’impegno a migliorare il livello di appropriatezza dei ricoveri, riducendo in particolare quelli inappropriati” legati a determinate patologie. Il budget assegnato potrà essere riformulato in parte dal management dell’Asp entro il trenta novembre.
La struttura di cura di Macchitella insieme a quella del quartiere Caposoprano, vanta anche l’assegnazione di posti letto per Residenza sanitaria assistita. Un ulteriore accreditamento che ha permesso di colmare nel territorio a sud della provincia la mancanza di assistenza sanitaria. I vertici della Rsa Caposoprano, a causa di vicende giudiziarie avviate su presunte irregolarità sul rilascio di autorizzazioni, avevano lamentato il mancato pagamento delle prestazioni effettuate sollevando un polverone sia tra i vertici dell’Asp di Caltanissetta che presso l’assessorato regionale alla Sanità. Sul fronte della residenza sanitaria locale, la gestione pubblica della Ipab “Antonietta Aldisio” rischia invece di finire nelle mani di privati. Le scelte adottate dalla gestione retta dal presidente della stessa, don Giovanni Tandurella, si sono rivelate fallimentari sia in termini di assistiti che nella realizzazione dei nuovi locali.