Omicidio Minguzzi, a processo anche Tasca: ombre sulle indagini? Tre carabinieri in aula
I giudici di appello, dopo aver sentito gli esperti che hanno effettuato i nuovi accertamenti sulle voci, si rapporteranno con le testimonianze di tre carabinieri, che si occuperano della vicenda Minguzzi

Bologna. I giudici della Corte d'assise di Bologna vogliono approfondire ancora di più gli aspetti, fino a oggi rimasti piuttosto oscuri, delle indagini che vennero portate avanti sull'omicidio del ventenne Pier Paolo Minguzzi, ucciso nel 1987 nella provincia ravennate e il cui corpo venne ritrovato nelle acque del Po di Volano. Tra gli imputati, assolto in primo grado così come gli altri due coinvolti, c'è l'ex carabiniere gelese Orazio Tasca. Secondo l'accusa, fece parte del gruppo che rapì e poi uccise il giovane. L'obiettivo era ottenere un lauto riscatto dalla famiglia, proprietaria di un'azienda nella zona di Alfonsine. Nel procedimento di secondo grado, come abbiamo riferito, è stata disposta una nuova perizia su alcune captazioni vocali e per gli esperti ci sarebbe una “forte compatibilità” tra la voce di Tasca e quella di chi telefonò alla famiglia Minguzzi per richiedere il riscatto. Una corrispondenza esclusa invece da una perizia condotta nel procedimento in assise. Alcuni mesi dopo, lo stesso Tasca, Alfredo Tarroni e l'altro ex carabiniere Angelo Del Dotto, furono coinvolti in un'azione analoga, con l'uccisione di un militare dell'arma. I giudici di appello, dopo aver sentito gli esperti che hanno effettuato i nuovi accertamenti sulle voci, si rapporteranno con le testimonianze di tre carabinieri, che si occuperano della vicenda Minguzzi. Uno di loro, già in primo grado spiegò di essersi trovato davanti a un clima “ostile”. Un altro militare dell'arma ammise, in aula, di aver riconosciuto la voce di Tasca, soprattutto sulla base del forte accento siciliano. Infine, in aula dovrà venire a deporre l'allora comandante della compagnia di Ravenna, oggi ultraottantenne, che in primo grado, pur citato, non si presentò. Cinque anni fa venne espulso dall'arma e pare che nei suoi appunti dell'epoca indicasse a sua volta Tasca come telefonista del gruppo che sequestrò Minguzzi. La famiglia del giovane ucciso è parte civile, con i legali Paolo Cristofori, Luca Canella e Luisa Fabbri. Parte civile è inoltre il Nuovo sindacato carabinieri (Nsc), con l’avvocato Maria Grazia Russo. Gli imputati sono rappresentati dagli avvocati Gianluca Silenzi, Luca Orsini e Andrea Maestri. In aula, si tornerà a settembre.