Gela. Alcune mancate notifiche hanno fatto slittare al prossimo marzo l’avvio vero e proprio dell’udienza preliminare fissata dopo la conclusione delle indagini su presunte irregolarità nella gestione dello stadio comunale “Vincenzo Presti”. Davanti al gup Marica Marino si sono presentati i legali di ex sindaci e assessori, ma anche di funzionari comunali e degli enti preposti ai controlli e al rilascio delle autorizzazioni. Tra le accuse mosse dai pm della procura, anche l’abuso di ufficio. Le attività di indagine si sono concentrate sull’uso dell’impianto sportivo per la stagione agonistica 2017-2018. Secondo quanto sostenuto dagli investigatori, lo stadio sarebbe stato concesso per le gare interne del Gela Calcio, nonostante presunte difformità, favorendo gli incassi della società sportiva. Sono in totale quindici i coinvolti, compresi funzionari dell’Asp e vertici del comando provinciale dei vigili del fuoco, che avrebbero avallato l’agibilità dell’impianto, di tribune e gradinata, pur in assenza dei requisiti. Tra gli episodi ricostruiti, l’affidamento diretto dell’incarico per il rilascio del certificato di idoneità statica, assegnato ad un professionista locale ma senza che ci fosse l’urgenza necessaria per attuare la procedura.
Tutte accuse che verranno valutate dal giudice dell’udienza preliminare. Le contestazioni vengono mosse all’ex sindaco Domenico Messinese, agli allora assessori succedutisi con la delega allo sport, Rocco D’Arma, Giovambattista Mauro e Maurizio Melfa, a Carmelo Campisi, Maurizio Tranchina, Antonino Serio, Davide Riccelli, Guido Catalano, Raffaele Greco, Francesco Turco, Giuseppe Piva, Alberto Cilia e Raffaella Galanti. I coinvolti sono difesi dagli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Elio Lembati, Rita Calò, Rocco La Placa, Michele Aliotta, Angelo Cafà, Giuseppe D’Aleo, Luisa Scerra, Antonio Gagliano, Salvatore Ciaramella, Salvatore Psaila, Gaetano D’Arma e Venere Salafia.