Gela. L’incidente sul lavoro che è costatato il ricovero tra le stanze dell’unità operativa di chirurgia maxillo facciale del Civico di Palermo all’operaio quarantacinquenne Angelo Caruso sta riservando nuovi risvolti.
Dopo l’avvio dell’indagine da parte dei magistrati della procura, pesanti provvedimenti disciplinari sono stati recapitati nelle mani di due dipendenti della Smim, la stessa azienda per la quale lavora l’operaio rimasto ferito.
Una sospensione di due mesi affibbiata al capo squadra e al gruista: presenti, lo scorso martedì, all’interno del cantiere allestito sull’isola 12 per la sostituzione di una delle linee dell’impianto di alchilazione. Angelo Caruso, infatti, venne colpito al volto da alcuni tubolari staccatisi da un ponteggio. Stando alle prime ricostruzioni, sarebbe stato uno dei tubi sollevati per essere sostituiti ad urtare il ponteggio provocando la caduta dei tubolari. I provvedimenti di sospensione sono stati firmati direttamente dai dirigenti di raffineria che, in questo modo, hanno bloccato l’accesso alla fabbrica ai due operai.
La decisione sarebbe legata ad una presunta violazione dell’orario di lavoro: in sostanza, la squadra di operai della Smim avrebbe lavorato oltre i limiti consentiti. Il caposquadra e il gruista, così, almeno per i prossimi due mesi, non potranno ritornare tra gli impianti dello stabilimento Eni.
Sospensione comunicata anche ai vertici della Smim che, a loro volta, dovranno meglio approfondire l’intera dinamica. Intanto, proprio i dirigenti dell’azienda, ieri mattina, hanno avuto un incontro con i rappresentanti sindacali dei lavoratori per fare il punto della situazione anche intorno allo stato economico del gruppo.
Da circa due anni, l’azienda non riesce più ad ottenere commesse specifiche da parte di raffineria: con gravi ripercussioni sui bilanci. Una realtà descritta davanti ai segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm. In diversi casi, le offerte presentate per aggiudicarsi gli appalti sono state superate da quelle di aziende esterne.
Neanche il tentativo di acquisire commesse all’interno della raffineria Eni di Milazzo ha sortito effetti: i dirigenti di questo sito, infatti, preferiscono dare precedenza alle imprese locali.
Un criterio, a questo punto, che gli stessi sindacati vorrebbero assicurare anche per le gare d’appalto bandite dalla raffineria di contrada Piana del Signore. In ballo, al momento, c’è il futuro dei circa duecento operai in forza alla Smim, c’è sottoposti al regime di cassa integrazione straordinaria.