Gela. Lo scorso anno, il gup del tribunale dispose il non luogo a procedere per tutti gli imputati accusati di presunte irregolarità e violazioni amministrative per il rilascio delle autorizzazioni necessarie all’uso dello stadio comunale “Presti”, che solo da poco è ritornato quasi del tutto fruibile. Quelle assoluzioni sono state impugnate dalla procura, che invece chiese il rinvio a giudizio per tutti i coinvolti. Di recente, la Cassazione si è pronunciata sul ricorso. Non è stato accolto ma i magistrati romani sono comunque ritornati su quanto stabilito. Con ordinanza hanno precisato che gli atti in ogni caso devono essere trasmessi alla Corte d’appello di Caltanissetta che dovrà decidere sul ricorso dei pm. “Nei confronti della sentenza di non luogo a procedere è consentito solo l’appello”, scrivono i magistrati di Cassazione. Per i giudici romani, è stata “erronea” la scelta della procura di non procedere direttamente con l’azione davanti alla Corte d’appello, che quindi è competente a decidere sul ricorso contro la sentenza di non luogo a procedere. La posizione dell’ex sindaco Domenico Messinese, di alcuni ex assessori, di professionisti, funzionari e dirigenti comunali fu al centro dell’inchiesta. Il non luogo a procedere, oltre che per Messinese, è stato pronunciato dal gup nei confronti di Maurizio Melfa, Giovambattista Mauro, Rocco D’Arma, Carmelo Campisi, Maurizio Tranchina, Antonino Serio, Davide Riccelli, Guido Catalano, Raffaele Greco, Francesco Turco, Giuseppe Piva, Franco Città, Alberto Cilia e Raffaella Galanti. L’indagine, condotta dalla procura e dai poliziotti del commissariato, non toccò solo la parte politica della vicenda “Presti” ma anche quella della burocrazia.
Tutti, in base alle risultanze investigative, avrebbero forzato il rilascio di autorizzazioni, stando alle contestazioni senza valutare l’effettivo stato dell’impianto sportivo. Le attenzioni degli inquirenti si concentrarono su alcune parti della struttura e sullo svolgimento di incontri di campionato della società Ssd Città di Gela arl (che militava in serie D). Le difese, anche davanti al gup, presentando documentazione, esclusero irregolarità. Sul ricorso della procura dovrà pronunciarsi la Corte d’appello. I coinvolti sono difesi dagli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Elio Lembati, Rita Calò, Rocco La Placa, Michele Aliotta, Angelo Cafà, Giuseppe D’Aleo, Luisa Scerra, Antonio Gagliano, Salvatore Ciaramella, Salvatore Psaila, Gaetano D’Arma e Venere Salafia.