Inchiesta Rsa Caposoprano, difese in appello: in primo grado prescrizione e assoluzioni

 
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Gela. A luglio dello scorso anno, il collegio penale del tribunale di Gela definì la chiusura del procedimento scaturito dall’inchiesta su presunte irregolarità autorizzative e non solo, legate alla Rsa Caposoprano. Larga parte delle contestazioni è stata coperta dalla prescrizione, ormai maturata. L’assoluzione è stata invece pronunciata per l’ipotesi di corruzione. “Il fatto non sussiste” e quindi una decisione favorevole che ha riguardato le posizioni dell’ingegnere Renato Mauro, ai vertici della società che controlla la struttura sanitaria e già dirigente e direttore generale del Comune; dell’ex consigliere comunale e dirigente di Fratelli d’Italia Sandra Bennici, a sua volta con ruoli nella società; dei dirigenti Asp Luigia Drogo e Calogero Buttiglieri; dell’attuale consigliere comunale e assessore dem Giuseppe Fava. L’accusa, secondo il collegio penale, non ha trovato riscontri. Le vicende della struttura sanitaria, ad aprile, saranno comunque in appello. Alcuni difensori degli imputati, come già spiegato dall”avvocato Giacomo Ventura, hanno impugnato la decisione del collegio gelese. Non condividono i contenuti di merito delle motivazioni emesse dai giudici, nonostante la prescrizione comunque riconosciuta.

Proprio la prescrizione è maturata inoltre per le posizioni di funzionari comunali, imprenditori e professionisti, Salvatore Lombardo, Davide Giordano, Raffaella Galanti, Donato Fidone, Isidoro Bracchitta e Gaetano La Bella. Prescritti pure altri capi di accusa avanzati per Mauro, Bennici, Drogo, Buttiglieri e Fava. Un altro procedimento parallelo, attualmente davanti al collegio penale, va a sua volta verso la prescrizione e concerne principalmente i tecnici che si occuparono delle procedure di sanatoria dell’ex albergo Caposoprano, poi convertito in Residenza sanitaria assistita.

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