In catene davanti al ministero, la protesta dei consiglieri arrivati a Roma: con loro ci sono gli operai

 
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Gela. “Non siamo quì per gli ammortizzatori sociali me per il lavoro”.

I consiglieri incatenati. I consiglieri comunali arrivati a Roma, in attesa di conoscere l’esito della riunione in programma al Ministero dello sviluppo economico sul caso Eni, hanno scelto d’incatenarsi in segno di protesta. Lo hanno fatto proprio a ridosso dell’ingresso principale del dicastero. “Eni deve rispettare gli impegni – spiegano i consiglieri in protesta – e non lo deve fare solo sul fronte del protocollo di due anni fa ma anche su quello delle bonifiche che hanno accumulato ritardi enormi”. Intanto, tra i tavoli del ministero, amministrazione comunale, tecnici romani, manager di Eni e il presidente della regione Rosario Crocetta discutono sia di ammortizzatori sociali in favore degli operai dell’indotto sia di ripresa lavorativa in raffineria e nei siti Eni presenti in città.

Gli operai a Roma. A Roma, è arrivata anche una delegazione di operai dell’indotto. “La ripresa occupazionale è non solo possibile ma necessaria – spiega Liborio Scudera – i presidi in città non verranno rimossi fino a quando non ci verrà riconosciuto uno dei pochi diritti che ancora ci rimangono dopo anni di attività in fabbrica, ovvero quello al lavoro. A noi non interessano gli ammortizzatori sociali. Sono solo una soluzione provvisoria”. Aggiornamenti in corso.

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