“Il sitema delle dighe è al collasso…va dichiarato lo stato di calamità”, gli agricoltori locali in assemblea: “Gravi responsabilità politiche”

 
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Gela. “Va dichiarato lo stato di calamità naturale per siccità”.


“Sistema delle dighe al collasso”. E’ netta la richiesta delle organizzazioni sindacali del settore agricolo. Il comparto locale è da decenni in cerca di una stabilità. Ancora oggi, però, quello che dovrebbe essere uno dei settori trainanti dell’intera sfera economica cittadina deve far fronte ad enormi carenze. “Il sistema delle dighe è al collasso – spiegano gli operatori del settore – mancano gli interventi per Disueri e Comunelli, inoltre non è mai stata realizzata l’interconnessione con Cimia. Da anni viene sollevata la necessità di far fronte al bisogno dei campi con le risorse idriche del Ragoleto, ma tutto è rimasto lettera morta. Sul sistema delle acque reflue, invece, ci sono stati solo semplici incontri”. Così, davanti ad una quotidianità sempre più difficile nei territori di Gela e Niscemi, domani è fissata un’assemblea a Grotticelli. “Ci sono enormi responsabilità della politica locale – dicono ancora – e del governo regionale”. Gli agricoltori chiedono non solo la dichiarazione dello stato di calamità, ma anche la sospensione del pagamento della quota fissa del canone idrico, oltre all’annullamento della nomina del nuovo dirigente dell’area tecnica dell’assessorato regionale competente. Un’assemblea convocata dai rappresentanti di Cia, Upa, Unsic e dell’associazione Santa Maria. Liborio Scudera, Nino Collura, Salvatore D’Arma e Paolo Maganuco fanno fronte unico e all’assembla di domani parteciperà anche il presidente regionale della Cia.

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