Gela. La via crucis del porto rifugio, ancora insabbiato e con i lavori che non riescono ad ingranare, potrebbe vedere uno spiraglio di “luce”. Il sindaco Domenico Messinese conferma che il comandante della capitaneria di porto Roberto Carbonara avrebbe accertato la presenza della documentazione (risalente al 2009) che certifica l’avvenuta effettuazione del monitoraggio sull’eventuale presenza di ordigni. Un’attività preliminare agli interventi di caratterizzazione che sono stati appaltati da tempo, ma non ancora effettuati. “La documentazione già c’era – dice il primo cittadino – a questo punto, si possono risparmiare le somme destinate al monitoraggio sull’eventuale presenza di ordigni nei fondali e concentrarsi sui lavori di caratterizzazione”.
Un iter infinito, quello del porto rifugio, in attesa di capire se il nuovo progetto possa veramente concretizzarsi e seguire l’iter dettato negli scorsi mesi. Per ora, ci sono solo operatori e relativi mezzi che non possono usufruire del sito.
Che andassero al porto di Licata ,cosi’ come sono andati altrove chi ha perso il lavoro dopo la chiusura della raffineria,idem a chi ha qualche barchetta per farsi giretti .