Gela. Cocaina a fiumi e senza differenze sociali: uno spaccato che emerge chiaramente dai risultati del blitz “Bombola d’oro”, messo a segno dai magistrati della procura e dai carabinieri del reparto territoriale.
Durante gli appostamenti in contrada Scavone, infatti, sono state filmate decine di compravendite: soldi in cambio di droga.
Cocaina che, pur divenuta economicamente più accessibile, continua a mantenere prezzi elevati: circa cinquanta euro per meno di un grammo.
L’abitazione del trentenne Nunzio Attardi e della moglie Cinzia Tosto sarebbe stata un vero e proprio punto di riferimento per i tanti acquirenti.
Bastava citofonare per avere una risposta.
Alla porta, così, si sono succeduti i compratori, compreso un insospettabile imprenditore edile.
Il canale d’approvvigionamento preferito era quello di Catania.
Sarebbe stato il quarantanovenne Angelo Bellomia a rifornirsi di cocaina nel capoluogo etneo per poi riversarla sul mercato locale.
Bellomia, in ogni caso, si sarebbe mosso solo su indicazione del ventinovenne Luigi Morinello, dipendente di una rivendita di bombole a gas.
“Il mercato della droga – dice il colonnello Alessandro Magro – si conferma una vera e propria miniera per gli affari di gruppi che, stando ai nostri riscontri, non hanno più nulla a che spartire con le tradizionali cosche”.
Una linea sposata dallo stesso procuratore capo Lucia Lotti.
“Sono attività – ammette il magistrato – veramente fluide. Spesso, ci troviamo davanti alle stesse facce. Rispondono alla legge del mercato, agiscono quando fiutano l’affare”.