Il loculo acquistato è allagato, la salma di una pensionata resta in obitorio

 
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Gela. Il loculo che aveva acquistato in vita è allagato e per questo inutilizzabile. Dopo i funerali, il cadavere della pensionata Crocifissa Monachella dovrà attendere una nuova soluzione per la degna sepoltura.

Da alcuni giorni si trova ancora nella camera mortuaria del cimitero di Farello. Uno dei quattro figli della novantatreenne scomparsa, Rosario Di Dio Paolello, ha sporto denuncia contro i responsabili della confraternita “Associazione Papa Giovanni XXIII”. “Saremo costretti ad acquistare un nuovo loculo rivolgendosi al comune – spiega Di Dio Paolello – In attesa il corpo privo di vita di mia madre è nella camera mortuaria. Hanno truffato mia madre per ben due volte. Una prima associazione, dopo avere venduto e ottenuto una cospicua somma promettendo la vendita di un loculo, è fallita senza riconoscere nulla ai soci. Mia madre si rivolse ad una nuova confraternita per garantirsi una degna sepoltura. Lei aveva onorato il pagamento prima di morire. Dei responsabili della confraternita non sappiamo nulla. La struttura presenta numerose infiltrazioni d’acqua, il soffitto e le pareti sono umide e piene di muffa. Non credo ci siano le condizioni per tumulare altre salme. Il loculo acquistato da mia madre è al secondo piano della confraternita. Non oso nemmeno immaginare cosa accade al pianoterra. Sono certo che i militari della guardia di finanza, ai quali mi sono rivolto per sporgere formale denuncia, faranno luce su questa vicenda che ha i contorni di una truffa. Gli addetti del Comune che operano presso il cimitero dicono di non avere nessuna responsabilità sullo stato precario in cui versa la confraternita Associazione Papa Giovanni XXIII”.

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