Gela. Un civismo che non sarà mai una contrapposizione verso i partiti. La città si conferma humus politico importante, anche fuori dai loghi ufficiali delle compagini partitiche. Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, questa mattina, ha avuto modo di incontrare il primo cittadino Di Stefano, l’ex capo dell’amministrazione di Caltanissetta Ruvolo e l’attuale capogruppo dem a Catania, Caserta. Il gruppo di “Idee e partecipazione”, che si rivede nel “modello Gela”, ha messo insieme più identità, proprio per analizzare lo sviluppo civico nei territori. Lagalla, la scorsa settimana, ha tenuto a battesimo “Grande Sicilia”, soggetto che nasce su iniziativa anche del leader Mpa Lombardo e dell’ex presidente Ars Micciche’. Emanuele Antonuzzo ha aperto i lavori. “A Gela è nata una bella esperienza di civismo, che al di là delle appartenenze, va incontro alle esigenze dei cittadini”, ha detto il sindaco di Palermo. Ad assistere, tanti esponenti bipartisan, il senatore M5s Lorefice, i deputati Ars Di Paola e Scuvera, i forzisti Biundo, Cirignotta e Giardina, diversi esponenti di “Una Buona Idea” (con i consiglieri Faraci, Cascio e Giorrannello e il commissario Licata), il pentastellato Castellana, l’ex candidato a sindaco Scerra, l’autonomista Costa, il socialista Lo Nigro e i rappresentanti di Noi Moderati Fasulo e Catalano. Per Lagalla, “nella politica di territorio è fondamentale recuperare il rapporto tra istituzioni e cittadini”. Il civismo “è integrativo alle regole dei partiti”, ha aggiunto. Per il primo cittadino palermitano, però, “il civismo non basta da solo”. Civici, autonomisti e democratici sono i rimandi di “Grande Sicilia”, come sottolineato nella kermesse di Enna della scorsa settimana, alla quale ha partecipato anche il sindaco Di Stefano. Infrastrutture e transizione digitale sono stati indicati nell’intervento di Lagalla. “Dai beni pesanti, come quelli industriali, ai beni pensanti”, è questo uno degli obiettivi dei territori, come sottolineato nel suo intervento. Non “un sottoprodotto della politica ma esso stesso politica”, questo è il trait d’union tra la realtà partitica e quella civica dei territori. Il ruolo dei partiti e quello dei civici, su più livelli, è stato richiamato dal deputato Ars FdI Scuvera. Il concetto è chiaro, senza i partiti è molto difficile ottenere riscontri nei livelli diversi da quelli del territorio. Un dialogo costante, una correlazione, per Scuvera, sono essenziali. All’alternanza ha fatto richiamo il vicepresidente Ars Di Paola. Un “legame costante con i cittadini”, ha continuato. “I civici devono assicurare l’alternanza per rinnovare le istituzioni”, ha concluso.
Royalties, innovazione, mondo industriale, ricerca, turismo, archeologia e territorio, sono le basi proposte da Di Stefano, che ha ricordato le ragioni della nascita di “Una Buona Idea”, formazione civica con la quale nel tempo ha sviluppato un percorso fino alla vittoria delle amministrative. Il sindaco ha nuovamente riproposto il proprio gradimento ai temi proposti da “Grande Sicilia”, sapendo comunque che anche il “modello Gela” non può prescindere dai partiti: capitolo che si riaffaccia nella corsa alle provinciali di secondo livello. Relazione e reciprocità, “con un cittadino che non è soggetto passivo”, sono stati indicati da Ruvolo. “Dobbiamo credere a quello che sta nascendo a Gela”, ha riferito l’ex sindaco di Caltanissetta, ora tra i riferimenti di “Futura”, che ha rappresentanza nel consiglio comunale nisseno. È inevitabile che quando i “civici entrano nelle istituzioni diventano politica e si assumono responsabilità politiche”, è intervenuto Caserta. I cittadini però “non devono essere presi in giro dai falsi civici politici”, ha rilanciato il senatore Lorefice, che ha ricordato la sua esperienza in entità che hanno lavorato per la città, fuori dai partiti. Interventi, sul finale, anche dell’azzurro Giardina e dell’avvocato Rosario Giordano.