Gela. Scippo? No, è stata direttamente l’amministrazione comunale a dichiarare la non cantierabilità dei progetti del Patto per il Sud, che hanno appena subito il taglio da 33 milioni di euro. Il grande accusato, l’assessore regionale in quota Udc Mimmo Turano, passa al controattacco. “La rimodulazione dei fondi del Patto per il Sud è avvenuta dopo attenta verifica e la dichiarazione da parte del Comune di Gela di non canteriabilità – dice Turano – la rimodulazione non ha nessun intento punitivo nei confronti di Gela, si è trattato di un intervento necessario per impedire che le risorse venissero perse. Tutti gli interventi inseriti nel masterplan per il Mezzogiorno sono stati oggetto di un’approfondita verifica sia documentale che ispettiva, durata circa sei mesi, che ha messo in luce per i progetti previsti nelle aree di Gela e Termini Imerese tutta una serie di criticità che impediscono l’immediata e anche la futura cantierabilità”. L’assessore della giunta Musumeci si scrolla di dosso eventuali responsabilità e invece rilancia interventi come l’Accordo di programma, che ad oggi in città non hanno portato nulla. “La Regione – spiega ancora – intende impiegare bene e con intelligenza le risorse che sono a disposizione e per farlo è indispensabile la collaborazione e la responsabilità di tutti. Istituzioni locali, imprese e parti sociali. Gela e la sua area hanno tutta la nostra attenzione ma vogliamo investire su questo territorio con serietà e soprattutto con una visione concreta di sviluppo. A tal proposito è utile ricordare che nel novembre 2018 il governo regionale ha sottoscritto al Ministero dello sviluppo economico il progetto di riconversione e riqualificazione industriale per l’area di crisi industriale complessa di Gela, per il quale l’Eni investe circa 2,2 miliardi di euro. Inoltre per dare attuazione al progetto è stato sottoscritto anche un accordo di programma che risorse per un ammontare di quindici milioni di euro dello Stato e dieci milioni della Regione Siciliana”.
Secondo Turano, i progetti definanziati non avrebbero le caratteristiche per il rilancio economico del territorio. Tagliare in uno solo colpo 33 milioni di euro, certamente non gli garantirà grande riscontro politico, almeno in città. L’assessore e il governo regionale cercano di recuperare, anche se il provvedimento di definanziamento deve ancora passare dalla commissione bilancio dell’Ars.
Gela deve pretendere quei soldi perché
ha già pagato tanto , con la scusa dei progetti non cantierabili vogliono destinarli
nelle aree di loro pertinenza politica .
ĢELA ,SVEGLIATI