Il giardino pubblico di via Redi nel degrado

 
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Gela. Il grande giardino di via Francesco Redi, un tempo punto di ritrovo e di svago per famiglie e bambini, si trova oggi in uno stato di totale abbandono. Lo spazio verde che era stata concepito come un’area fruibile dalla comunità, è diventata un simbolo di incuria e degrado, a causa di atti di vandalismo e disattenzione da parte delle autorità competenti.
I giochi, un tempo colorati e sicuri per i più piccoli, sono stati distrutti dai vandali, lasciando al loro posto solo strutture pericolose e inutilizzabili. La tristezza per la situazione non si limita agli arredi, ma si estende anche alla condizione dei marciapiedi circostanti, ormai impraticabili a causa delle feci di numerosi cani che utilizzano il giardino come un bagno pubblico. Un problema che non solo compromette la salubrità dell’area, ma rende anche difficile la passeggiata per i residenti, obbligandoli a evitare del tutto il luogo.

 

Di fronte a questo scenario, i residenti del quartiere non si sono rimasti indifferenti. Stanchi di vedere un luogo che avrebbe dovuto rappresentare un punto di incontro e di svago per tutta la comunità trasformato in un’area di abbandono, hanno deciso di agire. Un gruppo di cittadini ha raccolto le firme in un’iniziativa di sensibilizzazione, chiedendo alle autorità locali un intervento urgente per riportare il giardino al suo antico splendore.

L’appello dei residenti è chiaro: ripristinare i giochi, garantire una pulizia costante e mettere in atto misure per impedire che l’area venga utilizzata come una toilette a cielo aperto. Il desiderio è quello di restituire ai bambini un posto sicuro dove giocare e alle famiglie un luogo in cui poter trascorrere del tempo insieme all’aperto, senza doversi confrontare con la tristezza del degrado. Il giardino di via Francesco Redi potrebbe tornare a essere il cuore verde della zona, ma questo dipenderà dalla risposta delle istituzioni. I residenti attendono una presa di responsabilità che restituisca loro un bene che appartiene alla collettività, e sperano che la loro voce venga finalmente ascoltata.

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