Gela. La Rsa Caposoprano residence batte cassa all’Asp nissena e chiede il pagamento di 178 mila 503 euro, relativo alle prestazioni sanitarie effettuate ad anziani e disabili a novembre e dicembre dello scorso anno. La Rsa fa capo alle società “Sst srl” e Cs srl”, i cui responsabili sono indagati dalla procura in concorso ad alcuni dipendenti della stessa Asp Cl2, per i reati di abuso, concussione, falso ideologico, truffa aggravata fino al 14 ottobre 2014. Per questo motivo, il management dell’Asp nissena, oggi diretto da Carmelo Iacono, dopo avere deciso di sospendere “cautelativamente il pagamento delle prestazioni effettuate dalla Rsa Caposoprano”, nonostante l’accordo contrattuale stipulato il 14 aprile 2014, ha nominato un legale. Il difensore di fiducia individuato è Giuseppe Di Rosa appartenente al foro di Palermo. Sempre l’Asp, giovedì mattina, con suoi rappresentanti, si era recata presso la sede della Residenza assistita di via Palazzi per comunicare ai pazienti e ai loro familiari la revoca della convenzione voluta da Lucia Borsellino, assessore regionale alla Sanità. La notizia aveva mandato su tutte le furie i 51 dipendenti, medici e paramedici, della Rsa Caposoprano, in virtù del fatto che il tar ha concesso la sospensiva del provvedimento dell’assessore regionale in attesa dell’udienza collegiale fissata il 25 giugno. I vertici della struttura sanitaria del rione Caposoprano nel parlare di “inatteso provvedimento dell’Asp”, hanno assicurato il proseguo dei servizi assistenziali.