Gela. “I danni sono enormi”. Lo dice con molto rammarico Liborio Scudera che, negli ultimi anni, si è sempre fatto portavoce di tanti operatori agricoli locali.
“Si parla solo di raffineria”. “La gelata di ieri notte ha distrutto le coltivazioni di carciofi – spiega – e la politica continua a fare orecchie da mercante. In questo territorio ci sono quasi cinquecento aziende agricole che occupano almeno cinquemila persone. Nessuno ne parla. Siamo la vera risorsa economica del territorio ma il clamore riguarda solo la raffineria”. Lo stesso Liborio Scudera, a nome di tanti operatori della Piana di Gela e non solo, elenca i trppi buchi neri delle campagne locali. “I terreni sono deboli perché l’acqua arriva a singhiozzo – dice – le dighe non riescono ad invasare e, addirittura, siamo sempre sotto il ricatto dell’aumento del costo dell’acqua, come più volte ribadito dal direttore del Consorzio di bonifica. Adesso, qualcuno deve muoversi. Il sistema Cimia-Disueri è fuori uso e noi veniamo invasi dai prodotti del Nord Africa che ammazzano la concorrenza e ammazzano le aziende locali”. Gli agricoltori si rivolgono anche al presidente della Regione Rosario Crocetta. “Ha promesso un impegno serio per il rilancio del sistema delle dighe e per garantire all’agricoltura locale una vera dignità – aggiunge – stiamo ancora aspettando”. Le amministrazioni comunali di Gela e Niscemi, intanto, iniziano a valutare quanto accaduto. “Lunedì attiveremo gli uffici comunali per raccogliere le segnalazioni dei produttori agricoli – dicono i sindaci Domenico Messinese e Francesco La Rosa – in modo da avviare l’iter per la declaratoria dello stato di calamità naturale. L’economia del comparto rischia di rimanere cancellata senza gli adeguati sostegni pubblici”. Un primo monitoraggio è stato annunciato anche dall’assessore Simone Siciliano che segue la vicenda del comparto agricolo locale.