I beni immobili confiscati a Peppe Alferi destinati ad ospitare indigenti

 
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Gela. Gli immobili confiscati a Giuseppe Alferi di 52 anni, potrebbero essere affidati al Comune e destinati per iniziative a sostegno dei soggetti deboli e indigenti.

A stabilirlo è stata la sede di Reggio Calabria dell’agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata che con una serie di note aveva chiesto al sindaco Angelo Fasulo se era interessato ad acquisire la gestione dei beni in questione. Si tratta, con esattezza, di un fabbricato di tre piani in via Socrate e di tre terreni dislocati in contrada Albani Roccella.

Due di questi ospitano un fabbricato in fase di completamento, una piscina attigua e un vasto uliveto. Sulla vicenda sono interessati i legali Maurizio Scicolone e Michele Nicalizzi. Le proprietà confiscate a Giuseppe Alferi, attualmente in regime di carcere duro “41 bis” presso il penitenziario di Viterbo, potrebbero ospitare centri di aggregazione per ragazze madri, iniziative finalizzate al reintegro di soggetti disagiati o di recupero per le famiglie indigenti.

In verità già per altri immobili confiscati a soggetti appartenenti a consorterie mafiose erano stati idealizzate iniziative in favore dei più deboli. Promesse che non hanno ancora avuto alcun seguito. Tra queste una quota indivisa dell’immobile che era stata la base logistica degli stiddari, durante la guerra di mafia a Gela. La struttura ubicata nel rione Settefarine avrebbe dovuto ospitare un centro di aggregazione per fronteggiare la dispersione scolastica e il reintegro di soggetti disagiati.

Invece, il progetto è rimasto un miraggio, mentre la gestione della struttura continua a rimanere nelle mani dei familiari di Crocifisso Lauretta di 54 anni.  Sulla vicenda il sindaco Angelo Fasulo, l’anno scorso, nel corso di una conferenza stampa, in compagnia dell’allora assessore all’Urbanistica Giuseppe D’Aleo, aveva detto di avere nominato una commissione d’inchiesta e avviato dei conteggi per imporre ai Lauretta il pagamento di una indennità a equo canone relativa all’occupazione dell’edificio, riservandosi di emettere eventuale ordinanza di sgombero.

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