Gela. La tensione nell’indotto della raffineria Eni si traduce
anche in contrasti sindacali.
“Nessuna azione a tutela dei lavoratori”. Dopo la dura presa di posizione dei segretari provinciali dei metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm, che nelle scorse ore hanno nuovamente denunciato la precarizzazione dei diritti di tanti operai, costretti ad accettare contratti per il tramite di agenzie interinali e straordinari continui, un affondo alla triade arriva dal neo segretario dell’Ugl Francesco Cacici. “Non capisco perché i segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm contestino quanto sta accadendo in diverse aziende dell’indotto – dice – loro stessi non hanno mai neanche pensato di organizzare azioni a tutela dei lavoratori”.
Ancora più netto appare il divario tra sigle sindacali sul fronte dell’eccesso di straordinari, che peraltro andrebbero a tagliare fuori quei lavoratori che non sono ancora riusciti a rientrare in fabbrica, attualmente sottoposta alla fase di riconversione a green. “E’ assurdo che denuncino il ricorso agli straordinari e il mancato rientro di tanti lavoratori in lista di disponibilità – conclude – quando alcuni sindacalisti, in fabbrica, effettuano proprio quegli stessi straordinari che denunciano”. Scende il gelo tra l’Ugl e la triade di Fiom, Fim e Uilm, sigle rappresentate dai segretari Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese. Nell’indotto di raffineria, quindi, anche nei rapporti sindacali si rischia di andare alla “guerra”.