Gela. Un gruppo ben armato che, ritengono gli inquirenti, sarebbe stato alla base di diversi danneggiamenti messi in atto negli ultimi mesi in città.
Per questa ragione, il giudice delle indagini preliminari Veronica Vaccaro, su richiesta del pubblico ministero Antonio D’Antona, ha firmato undici provvedimenti notificati ad altrettanti pregiudicati.
I ragazzi di Villaggio Aldisio, non a caso l’operazione è stata denominata con la stessa indicazione del quartiere: avrebbero avuto come periodico luogo d’incontro un bar di via Venezia.
Armi ed esercitazioni per migliorare le prestazioni balistiche. L’indagine, condotta dagli agenti del commissariato di polizia e da quelli della mobile di Caltanissetta, ha preso il via lo scorso ottobre quando, in via Biella, venne ritrovato un vero e proprio magazzino d’armi.
La scoperta venne effettuata all’interno del garage dell’abitazione del ventiquattrenne Enzo Manfrè. Proprio il giovane, stando agli investigatori, sarebbe uno dei leader del gruppo di fuoco.
Insieme a lui, i fratelli Nunzio e Luigi Di Noto. Entrambi vennero arrestati ad aprile dopo che in un casolare rurale di contrada Burgio, nella loro disponibilità, gli agenti di polizia trovarono un fucile calibro 12, un revolver e diverse cartucce di fucile.
Intorno ad Enzo Manfrè e Nunzio Di Noto si sarebbero mossi altri giovani pronti ad entrare in azione. Durante le indagini, sono stati monitorati i luoghi degli incontri e alcuni poligoni di “fortuna”. Non solo il casolare di contrada Burgio ma anche le strade della zona industriale Asi.
Gli inquirenti hanno sequestrato una pistola calibro nove, una calibro ventidue, una calibro quaranta, due calibro trentotto, una 7,65 e una pistola con silenziatore.
Armi che si aggiungono a quelle sequestrate, lo scorso ottobre, in via Biella: due fucili, una carabina ad aria compressa, munizioni da caccia e un artigianale giubbotto antiproiettile.
Aggiornamenti nelle prossime ore.