Gela. Marzo doveva essere il mese del possibile rientro in fabbrica, decine di operai dell’indotto Eni, però, rimangono senza certezze.
Il gruppo di lavoro in municipio. “Le parole del vicesindaco Simone Siciliano – dice Francesco Cacici che ha rappresentato gli operai dell’indotto nel gruppo di lavoro costituito a Palazzo di Città – si stanno dimostrando, come più volte accaduto, semplici bufale politiche. Aveva preannunciato il rientro in fabbrica, probabilmente solo per prendere tempo. Intanto, decine di famiglie continuano ad attraversare un periodo economico drammatico e tante aziende dell’indotto non riescono ad andare avanti. Speriamo soltanto che nessuno venga sovrastato dallo sconforto, tanto da pensare a gesti terribili”. Per gli operai dell’indotto che da mesi cercano di avere risposte dalle istituzioni, la realtà in fabbrica va verso un costante peggioramento. “I lavori in raffineria sono bloccati – conclude Cacici – quelli nell’area della diga foranea sono ancora fermi, anche in relazione a quanto deciso sul pontile, la green refinery è totalmente al palo, per non parlare delle bonifiche inesistenti. Dove porterà questa continua incertezza?”. A questo punto, gli operai rimasti fuori dal ciclo produttivo della raffineria di contrada Piana del Signore non escludono nuove azioni di protesta.