Gela. Una sorta di tutti contro tutti durante il tavolo di lavoro sulla vicenda indotto Eni. Gli operai, arrivati in delegazione a Palazzo di Città, appaiono sempre più distanti non solo dall’amministrazione comunale ma anche dagli stessi consiglieri.
La giunta è solitaria su Eni? “Il vicesindaco Simone Siciliano – dice l’operaio Francesco Cacici – aveva indicato marzo come periodo per il rientro in fabbrica. Maggio sta per arrivare e, invece, non si è visto nulla. A questo punto, se la sfiducia alla giunta non arriverà dal consiglio comunale, saranno gli operai a dargliela”. Al centro delle polemiche, nuovamente il vicesindaco Simone Siciliano che, dopo una serie di contatti telefonici, ha partecipato al tavolo convocato dal presidente del consiglio Alessandra Ascia. Per i capigruppo presenti alla riunione, il problema principale rimane lo stesso, “la giunta ha scelto di trattare la vicenda Eni senza coinvolgere il consiglio comunale”.
I consiglieri, che non hanno risparmiato frecciate anche al presidente Alessandra Ascia, non sarebbero stati informati neanche dell’incontro romano di mercoledì sulla logistica, mentre il giorno successivo è già in programma il vertice al Ministero dello sviluppo economico sulla vicenda del protocollo d’intesa del novembre di tre anni fa. “Noi le comunicazioni le abbiamo inoltrate alla presidenza del consiglio – ha spiegato il vicesindaco Simone Siciliano – in ogni caso, al tavolo del 4 maggio bisognerà chiudere tutti gli iter, di modo da far partire i cantieri. I tecnici del Comune hanno già rilasciato le necessarie autorizzazioni, anche urbanistiche”. Lo scontro, però, è tutt’altro che superato. Gli operai dell’indotto, infatti, hanno ribadito la necessità di controlli per impedire che a lavorare in fabbrica sia personale esterno. “Questa, però, non è competenza dell’ente comunale – ha replicato Siciliano – sono questioni che attendono i rapporti tra aziende ed Eni, oltre ovviamente ai sindacati”. Un nuovo confronto dovrebbe tenersi dopo il vertice ministeriale del 4 maggio.