Gela. Ancora troppe incertezze sul rilancio della Ghelas e sul futuro dei lavoratori. Neanche il progetto di una partnership tra la municipalizzata ed Eni, nel settore dei rifiuti, sembra convincere i sindacati. Le segreterie provinciali di Filcams-Cgil e Fisascat-Cisl pongono diversi interrogativi e lanciano la necessità di una nuova transazione tra l’azienda e Palazzo di Città, così da risanare il debito. “Il sindacato confederale e di categoria hanno trascorso la giornata di ieri presso il Comune al fine di tentare di comprendere l’indirizzo politico-gestionale che l’istituzione comunale intende dare a salvaguardia dei diritti dei settantatré lavoratori – dicono i segretari Nuccio Corallo e Angelo Balisteri – attualmente dipendenti della municipalizzata. Le lavoratrici e i lavoratori, congiuntamente al sindacato registrano una forte contrapposizione politica che di certo non crea le condizioni per una serena gestione della vertenza che ogni giorno riserva sorprese e che quindi diventa sempre più complessa. Solo ieri sera abbiamo appreso della probabile scelta che sta operando l’amministrazione comunale di cedere il 49 per cento delle quote Ghelas Multiservizi al gruppo Eni e che tra i nuovi progetti c’è quello di occuparsi del ciclo dei rifiuti. Pur nella consapevolezza che le polemiche non portano a nulla sentiamo forte l’esigenza di comprendere meglio gli annunci dell’amministrazione comunale perché ad oggi non intravediamo nessun nesso tra l’accertato mancato accantonamento al fondo complementare del Tfr degli ultimi dieci anni verso i lavoratori, il contratto di servizio tra Comune e Ghelas Multiservizi e il il ciclo dei rifiuti”.
I sindacalisti attendono il tavolo di giovedì e l’assemblea dei soci del prossimo 7 ottobre, che dovrebbe servire ad individuare il nuovo amministratore della società in house, dopo le dimissioni dell’avvocato Gianfranco Fidone. “E’ necessario, così come già avvenuto nel 2015, concludere una transazione tra il Comune e la Ghelas che possa dirimere la controversia. Considerato che, i risultati dei bilanci, sia per il 2016 che per il 2017, sono negativi, il Comune dovrà ripianare i debiti per evitare il terzo bilancio in negativo che può causare il fallimento della società – continuano – ciò detto, avendo presente l’indice di reddittività della società che è passato da un dato positivo nel 2016 ad uno negativo nel 2017, è opportuno l’avvio di un piano industriale affinchè la società possa sfruttare i propri investimenti producendo un flusso di reddito positivo”. Per il sindacato, inoltre, rimane imprescindibile il rispetto della legalità, con il versamento delle somme del Tfr, che spettano ai lavoratori.
Ancora più critico è l’avvocato Gianfranco Fidone, che anche ieri sera è stato al centro di attacchi da parte della maggioranza del sindaco e dello stesso primo cittadino. Hanno rilanciato il sospetto che le azioni avviate dal manager possano aver avuto un “colore” politico, compresa la procedura di responsabilità contro l’ex amministratore Giuseppe Robilatte. “I dipendenti e i sindacati si aspettavano proposte concrete e invece nulla. Il sindaco ha parlato di Eni e poco mancava che proponesse il rilancio della società tramite la Nasa, magari con lo space shuttle. Ma nulla di concreto al di fuori di vuoti proclami – spiega l’ormai ex manager – non una soluzione tecnica e non un accenno a come versare il Tfr dei lavoratori. Mi auguro che la soluzione possa essere davvero questa ma temo che si tratti solo di voli pindarici, privi di qualsiasi studio e approfondimento alla base. Quanto alla mia assenza in consiglio, ne ho esplicato ampiamente le ragioni in una nota, non intendendo scendere nel dibattito politico ed essendo ormai dimissionario. Ma sono a completa disposizione del sindaco per un confronto pubblico a due, di carattere tecnico, davanti ad una telecamera”.