Gela. Le malformazioni neonatali continuano a segnare la vita di molte famiglie della città e l’ultima conferma arriva direttamente dallo studio reso pubblico dai ricercatori Fabrizio Bianchi, Sebastiano Bianca, Chiara Barone e Anna Pierini.
“L’aggiornamento sulle anomalie congenite osservate nei nati nel 2003-2008 – scrivono – conferma l’eccesso di ipospadie. I risultati e la presenza nell’ambiente e in liquidi biologici di inquinanti pericolosi per lo sviluppo embrio-fetale supportano una plausibilità eziologica multifattoriale. Dato il rischio ambientale per la salute, si raccomanda di fomulare decisioni in merito a interventi di prevenzione primaria”.
La ricerca ed il relativo aggiornamento mettono in luce fattori ritenuti preoccupanti per la tutela della salute pubblica. “Lo studio conferma una prevalenza elevata di ipospadie – ammettono i ricercatori – collocata tra il valore osservato a Gela nei dodici anni precedenti e quello riportato per l’area di Augusta-Priolo-Melilli nel periodo 1990-1998, e superiore a quanto riportato in letteratura, con sporadiche eccezioni. I dati osservati, nonché la presenza documentata nell’ambiente e in liquidi biologici di inquinanti pericolosi in caso di esposizione periconcezionale, supportano una plausibilità eziologica multifattoriale per le ipospadie. Il rischio ambientale non dovrebbe essere trascurato nelle decisioni di prevenzione primaria”.
Vi mostriamo dati e numeri insieme all’intero report prodotto dai quattro ricercatori, da anni impegnati sul fronte dello studio dell’ecosistema locale. (E’ sufficiente accedere al link sottostante)
http://www.epiprev.it/materiali/2014/EP3/3-4/EP3-4_219_art7.pdf