Gela. Il Piano per il Sud, varato dal ministro dem Giuseppe Provenzano, sembra trovare una sponda pratica nella realtà economica locale. Ne è convinto il segretario cittadino del Pd Peppe Di Cristina, che con Provenzano ha uno stretto legame politico, confermato dalla visita del ministro in Comune. Così, per il segretario democratico il piano può essere una conferma del connubio tra industria e tutela ambientale. “Il sostegno alle iniziative di economia circolare, la riqualificazione di siti industriali dismessi, il sostegno alla filiera agroalimentare per innescare processi di innovazione coerenti con il Green deal e l’allineamento tra attività produttiva e standard ambientali stringenti – dice Di Cristina – e su questo la nuova visione industriale di Gela può diventare il simbolo della nuova impostazione economica, che coniuga il lavoro alla tutela dell’ambiente”. Il rilancio potrebbe passare da strumenti che Provenzano vuole che entrino a pieno regime prima possibile, a cominciare dalle Zone economiche speciali. “Inoltre il piano prevede il rafforzamento delle Zone Economiche Speciali, il Piano Export Sud, il sostegno al sistema portuale, oltre ad un robusto investimento per politiche del lavoro con incentivi all’occupazione femminile, crediti d’imposta, investimenti al Sud con iniziative come “Cresci al Sud” e il “Protocollo Sud” con Cassa Depositi e Prestiti. Adesso, bisognerà mettere in campo al più presto una cabina di regia che anche a livello locale possa intercettare tutte quelle misure che potranno essere utili ai nostri giovani per potere costruire il loro futuro nella nostra città – dice ancora il segretario dem – per noi gli argomenti restano questi, la politica deve essere il luogo delle risposte ai problemi dei cittadini, per questo nei prossimi giorni chiederemo attraverso il nostro gruppo di istituire oltre alla cabina di regia anche un ufficio informazioni a supporto dei nostri imprenditori e dei nostri giovani sulle nuove misure varate dal governo”.
Il segretario dem ribadisce che è in territori come quello locale che si gioca la “questione meridionale”, “una città che oggi si può trasformare in simbolo del riscatto”, conclude.