Gela. Il furto venne organizzato la sera di Capodanno di due anni fa. Venne presa di mira un’abitazione, nei pressi di via Niscemi. Qualche movimento sospetto fu notato e sul posto arrivarono le forze dell’ordine. Per quei fatti, a processo è finito il ventinovenne Rocco Landolina. Il giudice Miriam D’Amore, nel dispotivo letto a conclusione del procedimento, ha deciso per l’assoluzione. Non sono stati riscontrati tutti gli elementi necessari per ritenere che fosse presente sul posto, proprio in quelle ore. Nel corso degli accertamenti, fu ritrovato il suo smartphone. Per la difesa, sostenuta dal legale Nicoletta Cauchi, Landolina lo aveva dimenticato nella propria abitazione e avrebbe chiesto a un conoscente di farglielo avere a Taormina, dove pare si trovasse per i festeggiamenti di fine anno. La procura, con il pm Pamela Cellura, ha invece individuato tutti i riscontri per ritenere che l’imputato agì nell’abitazione.
L’accusa ha chiesto la condanna a tre anni di reclusione. Stesse conclusioni avanzate dai legali di parte civile, nell’interesse dei proprietari dell’abitazione, gli avvocati Carmelo Tuccio e Desiree Iaglietti. Il giudice ha emesso l’assoluzione.