Gela. Doveva essere, almeno nelle aspettative di tutti, l’occasione per dare l’ultimo saluto ad un componente della famiglia deceduto solo da qualche ora: invece, la celebrazione funebre si è trasformata in una mega rissa.
Teatro della contesa, la chiesa di San Giacomo. Ieri pomeriggio, infatti, una cinquantina di persone, tutte appartenenti allo stesso nucleo familiare, si è sfidata sul sagrato del luogo di culto.
La rissa è esplosa dopo i primi segnali d’impazienza sorti tra i figli del defunto. Alla base di tutto, ci sarebbero delle lunghe contese per la successione. Così, la figlia che si è presa carico dell’anziano fino alla sua morte ha dovuto resistere all’ira dei tre fratelli che l’hanno affrontata.
Urla, calci e pugni l’hanno fatta da padroni. Il parapiglia, così, è immediatamente degenerato. Don Gaetano Condorelli, parroco di San Giacomo, ha cercato di riportare la calma attraverso la mediazione. Anche la sua omelia, però, è stata interrotta dalle urla sempre più insistenti. Il confronto si è trasferito fuori dal luogo di culto: con decine di passanti fermi ad assistere. Insulti e spintoni sono proseguiti.
Così, si è cercato di riportare la calma lanciando l’allarme e chiedendo l’intervento dei carabinieri del reparto territoriale. Dopo qualche minuto, infatti, i militari si sono presentati nei pressi della chiesa.
Nonostante la loro presenza, però, il confronto si è tutt’altro che sedato. Dalle mani si è passati agli insulti tra fratelli.
Mentre la bara era già stata depositata davanti all’altare, buona parte dei partecipanti alla funzione si è accalcata all’esterno: in attesa di comprendere l’evoluzione della contesa. I carabinieri del reparto territoriale, in ogni caso, hanno cercato di dissuadere i contendenti.
Una parte di loro, così, ha deciso, per evitare ulteriori tensioni, di abbandonare la chiesa e, di conseguenza, la celebrazione dedicata al loro caro. Nonostante il duro confronto fisico, sono state assai limitate le conseguenze riportate dai protagonisti della rissa.
I carabinieri del reparto territoriale, infatti, si sono limitati a far ritornare la calma: senza procedere a denunce o segnalazioni. I militari, in ogni caso, hanno proposto di scortare il corteo funebre fino al cimitero: la calma ristabilita, però, ha fatto venire meno quest’esigenza. Don Gaetano Condorelli ha decisamente condannato il violento scontro andato in scena tra i banchi della chiesa.