Gela. Nel corso del lungo consiglio comunale monotematico tenutosi oggi per definire una prima strategia post-emergenza, la cosiddetta fase due, il sindaco Lucio Greco non ha girato intorno alle parole. Ha descritto una “situazione drammatica”, a partire dai conti del Comune che con l’emergenza rischiano di assottigliarsi fino ad un punto di non ritorno. “Per ora, abbiamo ricevuto solo i fondi del governo – ha detto – dalla Regione, invece, neanche un euro”. L’asse con Palermo non fa affatto scintille politiche, a maggior ragione dopo il voto della commissione bilancio Ars e il sì al definanziamento dei 33 milioni di euro del Patto per il Sud. L’aula “virtuale” dell’assise civica, dopo il confronto con il reggente di Sicindustria Gianfranco Caccamo e i rappresentanti delle organizzazioni datoriali, ha rilasciato delle linee guida da affidare allo stesso Greco. E’ una sintesi, più o meno strutturata, delle proposte avanzate dal gruppo consiliare di Forza Italia (Luigi Di Dio e Carlo Romano), che ha spinto per il monotematico, e le indicazioni fornite dalle commissioni urbanistica e sviluppo economico. Nella fase di crisi, che promette di durare per mesi se non addirittura per anni, il consiglio chiede anzitutto che dal governo arrivino risorse finanziarie per coprire esenzioni sul pagamento dei tributi locali. I fondi delle compensazioni Eni (32 milioni di euro fermi al palo da sei anni), almeno in parte, vanno usati per la progettazione esecutiva di infrastrutture sul territorio. I consiglieri puntano inoltre ad un reddito di base, che per un certo periodo di tempo possa garantire più fasce sociali. Viene chiesta anche una generale semplificazione delle procedure per il rilascio di concessioni e autorizzazioni, a partire da quelle edilizie. Sono i punti portanti di una fase di rilancio, in ogni caso ancora non supportata da vere risorse finanziare. A valutare ogni strategia dovrà essere un tavolo tecnico permanente, composto da politica e parti sociali. I componenti della commissione sviluppo economico, come spiegato dal presidente Rosario Faraci, hanno presentato un lungo elenco di interventi, dall’agricoltura alle dighe passando per una rivisitazione dei prezzi delle aree industriali Irsap. Nel documento della commissione, inoltre, viene chiesta la piena attuazione degli accordi negli anni conclusi con Eni.
La commissione urbanistica, invece, come indicato dal presidente Giuseppe Morselli, ha dato priorità a tutto ciò che possa semplificare procedure autorizzative e concessorie. E’ riecheggiato il motto della “sburocratizzazione”, che per tanti dovrebbe interessare soprattutto il comparto dell’edilizia. Nel pacchetto di proposte, un massiccia rivisitazione delle aree ex C3 di Manfria (attualmente ricadenti in zona agricola), e dei protocolli di legalità sugli interventi autorizzati. Una specie di “riforma”, forse fin troppo profonda, che non ha trovato tutti d’accordo. Il consigliere di “Libera-mente” Pierpaolo Grisanti ha chiesto di mettere a verbale il suo disaccordo sulla proposta di rivisitazione della disciplina sulle zone ex C3.
Non sprecate le somme delle compensazioni per gli ammortizzatori ma impiegatili concentrandoli su qualche opera fattiva e reale quale ad esempio per la demolizione del vecchio rudere del lido la conchiglia o per la demolizione e ricostruzione del vecchio pontile sbarcatoio. Questa città’ ha sempre in mente la vecchia politica spartitoria e scapito della comunità’ locale. Sindaco Greco non si faccia intimidire dalle vecchie logiche e che ci hanno ridotto all’osso.