Gela. Tra i tanti espropri “allegri” risalenti al passato, c’è quello delle aree che sono poi servite all’ampliamento del cimitero Farello. Occupate per i lavori ma senza che i proprietari siano mai stati indennizzati, come invece prevede la legge. A ventuno anni di distanza dai primi atti emessi dai tecnici del Comune, il commissario Rosario Arena ha deciso di chiudere la partita, con un debito fuori bilancio che ammonta a più di tre milioni e mezzo di euro. Somme che il Comune deve versare ai proprietari dei terreni espropriati. Davanti ad una serie di sentenze favorevoli proprio agli ex titolari delle aree, il commissario e i suoi tecnici hanno deciso di ratificare la procedura di acquisizione “sanante” al patrimonio indisponibile del Comune. Su quei terreni è stata edificata un’intera ala del cimitero e non possono essere restituiti. Così, verranno pagate le somme per gli espropri, anche se i calcoli dei tecnici comunali non collimano con quelli presentati dagli espropriati. L’imprenditore Fabrizio Russello, proprietario di una delle aree, attraverso i propri legali ha fatto pervenire un “conto” da tredici milioni di euro che i funzionari del municipio, in base alle loro stime, hanno ridotto a poco più di due milioni e mezzo di euro.
In totale, sono dieci le ditte da indennizzare per la perdita dei terreni. Quando in municipio c’era ancora l’ex sindaco Domenico Messinese, venne istituita una commissione tecnica interna per tentare di definire gli importi dovuti agli espropriati. Cifre sicuramente inferiori a quelle chieste, tra tutti, dai legali di Russello. Adesso, Arena ha varato la delibera, sostituendosi al consiglio comunale e sanando una vicenda che di certo avrebbe potuto pesare ancora di più sulle casse dell’ente, sempre che le cifre indicate vengano accettate da tutti gli ex proprietari.