Gela. Stanno per partire le comunicazioni indirizzate al ministero dell’ambiente e agli uffici regionali.
Sono passati circa tredici anni, infatti, dall’inizio dei lavori per la realizzazione del tratto finale del greenstream, il gasdotto che dalle coste libiche raggiunge quelle di contrada Piana del Signore, ma nessuna delle opere di compensazione è mai stata realizzata. “Sicuramente – dice il responsabile della riserva del Biviere Emilio Giudice – c’è qualcosa che non va. A risentirne, è soprattutto l’area del sito d’interesse comunitario Biviere-Macconi. Per questa ragione, ho ripreso tutti i faldoni di quel procedimento e chiederò quali motivi siano alla base delle mancate compensazioni”.
Stando allo stesso Giudice, in base agli accordi che permisero la costruzione dell’ultimo tratto del gasdotto: il gruppo Eni avrebbe dovuto, come contropartita, intervenire attraverso opere destinate a migliorare l’intero ecosistema del sito d’interesse comunitario.
“Ad oggi – continua il responsabile della riserva – non mi pare di aver potuto registrare alcun tipo di miglioramento. Mi pare corretto, dopo tutto il tempo passato, chiedere come mai questo si sia verificato e, soprattutto, se vi siano stati i controlli rispetto all’osservanza degli impegni assunti dal gruppo Eni”.
Le compensazioni, nel caso del greenstream, sarebbero dovute intervenire a tutela di un sito d’interesse comunitario.
“Purtroppo – conclude Giudice – questi faldoni e queste procedure rischiano di sbattere contro il muro di una burocrazia che, spesso, tende a dimenticare”.