Gela. C’era un sistema collaudato scoperchiato grazie ad una indagine della Guardia di finanza partita da alcuni esposti anonimi. Con l’esame dell’ex comandante della Guardia di finanza gelese, Jonathan Pace, è proseguito ieri in tribunale il processo a a carico dei vertici dell’ex istituto parificato Michelangelo.
L’inchiesta travolse le scuole private non solo di Gela, ma anche Licata e persino nella provincia di Siracusa e in Calabria, dove erano stati creati dei centri studi.
L’accusa era quella di aver concesso diplomi con estrema semplicità. I finanzieri setacciarono le scuole parificate in provincia di Agrigento, Ragusa, Catania e Cosenza. Il reato è di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione ed al falso.
Sotto processo Ernesto Calogero, Emanuele Cassarino, Giuseppe Malfitano, Giovanni Rapità, Patrizia Calvo, Libero Lisè e Luigi Rizzari. L’allora comandante della finanza ha spiegato che inizialmente vennero verificati solo voci secondo cui presso gli istituti privati parificati si possano ottenere diplomi facili, in alcuni casi senza frequentare i corsi annuali.
Vennero acquisiti i documenti relativi all’anno scolastico 2005/06, nonchè i diplomi appena conseguiti durante questo anno scolastico. Le perquisizioni vennero eseguite anche presso i Provveditorati agli Studi di Caltanissetta ed Agrigento. La sproporzione dei redditi degli indagati fu un altro elemento che fece scattare l’indagine.