Gela. Da 20 anni svolgono servizi di pubblica utilità per conto del Comune, pagati dalla Regione con una indennità mensile. Non ricevono contributi previdenziali e nel loro status giuridico non sono previste ferie o malattie coperte da un normale rapporto lavorativo. Molti di loro hanno deciso di dimettersi, prendendosi una sorta di buona uscita per lasciare il bacino del precariato.
Stamattina una rappresentanza dei 54 lavoratori del Reddito minimo di inserimento hanno protestato all’ingresso del Comune, oramai trasformata nella scalinata della protesta. Poco distanti infatti erano seduti gli ex addetti alla sosta, in protesta da una decina di giorni.
Chiedono certezze, stanchi di una sorta di “limbo lavorativo”. Si occupano di servizi sociali, manutenzione, segnaletica. La Regione ha chiesto la rendicontazione ed il ritardo rischia di vedere fermare i progetti.